
TITOLO: ED E’ GOL
AUTORE: Giuseppe Malaspina e Antonino Palumbo
EDITORE: Urbone Publishing
ANNO PUBBLICAZIONE: 2022
PAGINE : 235
PREZZO : 16
La voce gentile e coinvolgente di Bruno Pizzul ha contraddistinto decine e decine di telecronache storiche, impostate dal giornalista friulano con le consuete e storiche pacatezza, garbo e competenza. Per certi versi è stato un piacevolissimo compagno di partite, tanto il suo contributo risultava piacevole ed appropriato.
Le più importanti di questi indimenticabili contributi vengono raccolti da Giuseppe Malaspina e Antonino Palumbo in un libro che, oltre a rinverdire lo stile unico del grande Bruno, riporta la mente ad episodi di campo che la nostra mente associa comunque alla sua voce, generando nel lettore una piacevole sensazione, unita anche ad un pizzico di nostalgia.
Le telecronache considerate, in un orizzonte temporale di 20 anni, sono indelebili nella memoria di tutti, perché Pizzul è stato davvero cantore dai modi gentili e mai invasivi, che davvero impreziosiva il racconto di una partita con finezze linguistiche alternate a frasi semplici e significative, che davvero accompagnavano il lettore a vivere la partita come se fosse un amico a raccontarla. Leggendari in tal senso i suoi “tutto molto bello” o “ed è gol”, autentici marchi di fabbrica, diventati a loro modo un piacevole tormentone.
Malaspina e Palumbo analizzano però nel dettaglio ogni telecronaca, alla ricerca della parola significativa o dell’avverbio particolare e ricercato, mettendo in luce come la dizione e la ricchezza linguistica di Pizzul fossero un surplus fondamentale per rendere iconici e indimenticabili i suoi contributi sulle partite raccontate.
Pizzul era ed è un grande comunicatore, capace come pochi di saper interpretare i momenti della partita e gli stati d’animo del comune tifoso e dell’appassionato, riuscendo a trovare sempre le parole giuste per raccontare quanto stava succedendo in campo, dovendo molte volte fare i conti con la sconfitta, specialmente in relazione alla nazionale italiana; molto particolare e condivisibile la sua laconicità di fronte ad una sconfitta ai rigori o, ad esempio, al golden gol di Trezeguet nella finale dell’Europeo del 2000, dove emerge il Bruno tifoso deluso e amareggiato, ma sempre con eduzione e tatto.
Il libro è una bella carrellata di telecronache che ho avuto la possibilità di godere di persona, emozionandomi per le situazioni di campo che ancora oggi rivivo con la sua voce, così come le ho rivissute leggendolo, potendo rammentare qualche particolare sfuggito o dimenticato e potendo meglio valutare il contributo che il giornalista friulano ha sempre fornito.
Il confronto con i toni urlati ed esagerati attuali è avvilente, soprattutto per il fatto che Pizzul non aveva bisogno di alzare la voce o snocciolare freddi dati statistici, ma diceva esattamente quello che era giusto dire e reagiva spontaneamente e pacatamente, senza prepararsi prima, agli avvenimenti in campo, risultando sempre gradevole, venendo comunemente apprezzato.
Dopo le undici telecronache riportate c’è una bella intervista al protagonista, dalla quale emerge tutta la sua semplicità e tutti quei valori che idealmente ha trasmesso in ogni suo contributo, facendo emergere ancora di più quel senso di nostalgia verso un’era calcistica ormai passata, del quale è stato grandissimo protagonista, quale cantore discreto, attento e coinvolgente.
Per chi come me ha vissuto l’era della telecronache di Bruno Pizzul non può che apprezzare il libro, quale fosse un prezioso album di ricordi volto a mettere in evidenzia qualità e ricercate finezze di un grande giornalista, molte volte compagnia imprescindibile laddove c’era da seguire e soffrire per la nazionale italiana o applaudire e celebrare un successo di una squadra di club negli anni’80e 90.
Giovanni Fasani
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