
TITOLO: MA QUALE DNA?
AUTORE: Bruno Barba
EDITORE: Ultra Sport
ANNO PUBBLICAZIONE: 2023
PAGINE : 200
PREZZO : 15
“Il DNA di una squadra non può esistere se non in senso figurato e metaforico”. Partendo da questo assunto Bruno Barba compie un’analisi antropologica, sconfinante piacevolmente in altri campi, volta a “demistificare, quando non destrutturare certe convinzioni oramai divenute “buon senso comune” (Dio ci scampi dal buon senso), in ultima analisi contribuire in minimissima parte a “decolonizzare” il nostro immaginario calcistico”, per usare la definizione propria che l’autore attribuisce ad un’opera di grande interesse, colma di tanti riferimenti interessanti e costruita in moda da abbinare concetti di alto livello a altri di più comune assimilazione.
Come in tante sue opere l’autore fa sue le intuizioni di antropologi e studiosi per analizzare il calcio ed il modo di considerarlo, indagandolo nelle sue dimensioni reali ed identitarie, evidenziando come la prima sia un concetto vario, mentre per la suddetta identità conia l’appellativo di “sdrucciolevole” (lascio al lettore la possibilità ed il piacere di farsi guidare nella spiegazione di tale termine). Tutto questo viene riportato e perorato con la consapevolezza che il calcio è dubbio e la sua analisi pure, pur avendo contezza che lo stesso sia uno specchio fedele della società, rappresentandone un elemento chiaro e spontaneo.
Con sapienza Barba guida il lettore nelle pieghe del discorso antropologico e filosofico, trovando il modo di renderlo adiacente al concetto calcistico e di facile assimilazione, mantenendo in tal senso uno stile narrativo complesso, ma scorrevole, senza creare artificiosi giri di parole e potendo contare su di una cultura sconfinata ed un altrettanto smisurata mole di fonti consultate.
Sono tanti gli esempi che vengono portato a sostegno della sua tesi, partendo anche da passioni e situazioni personali, che vanno dalla squadra del cuore all’amato Brasile, mettendo in evidenza fatti e consuetudini di comune uso e valutazione, che vanno rivisti e pensati considerando l’intendo iniziale del libro di “ripulirli” da luoghi comuni e troppo facili comparazioni e similitudini.
Pagina dopo pagina il lettore viene erudito e reso persuaso dalle valutazioni che l’autore compie e propone, come il punto di vista tale per cui ogni innovazione nel calcio appare dal nulla, ma anche altre di carattere prettamente più antropologico e sociale; come già indicato l’autore scava nei propri studi e nelle proprie passione e nell’analizzare la società compie appropriati approfondimenti, non divagazioni, che lo portano ad analizzarne la composizione, coniando in tal senso punti di vista importanti, come “ il meticciato è un punto di partenza e non di arrivo”.
Sono sicuro che leggendo il libro di Barba non possano non sorgere analisi individuali su come pensiamo e parliamo di calcio, arrivando alla conclusione che in molti modi ed aspetti l’attribuzione che gli abbiamo dato sia stata non tanto superficiale, quanto esagerata nel suo essere una potenziale entità. In assoluto si viene edotti su quanti luoghi comuni e stereotipi vengano usati e presi per reali nella normale disquisizione sull’argomento.
Un libro si assoluto interesse e di grande qualità, scritto da una pena attenta, competente ed in grado di analizzare il tanto amato calcio da angolazioni alternative e particolari, non per questo distanti da quello che sono i concetti basilari, rivisti e rivisitati come da fine principale.
Chiudo così come ho aperto riportando le parole stesse dell’autore:” spero che questo tentativo di smitizzare alcune certezze, di denunciare alcune mistificazioni, alcune maniere distorte di comunicarlo non venga scambiato per puntiglio o pedanteria. L’ho fatto per amore. Solo per amore”.
Giovanni Fasani
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