
TITOLO: FUTBOL Y TERROR. IL CALCIO ARGENTINO NELLA DITTATURA
AUTORE: Pierangelo Rubin
EDITORE: Ultra Sport
ANNO PUBBLICAZIONE: 2022
PAGINE : 288
PREZZO : 21
Calcio e politica sembrano sulla carta due rete parallele agli antipodi una rispetto all’altra, ma nella realtà spesso e volentieri si incontrano, con esiti anche nefasti, come dimostra la storia dell’Argentina degli ann’70. Nel paese sudamericano il Fútbol assume un’importanza vitale che lo rende davvero aspetto di primordine, situazione che diventa controproducente nel momento in cui la stessa viene utilizzata per fini biechi.
Pierangelo Rubin analizza proprio tale rapporto, partendo dalla descrizione singola di ogni componente, per arrivare in modo spontaneo ad evidenziarne un terribile rapporto di causa effetto una volta instaurato il sanguinario Proceso de Reorganización Nacional, organizzato da una giunta militare che senza tanti fronzoli ha portato alla scomparsa di più di trentamila persone.
L’autore dimostra estrema competenza tanto nel versante politico e sociale quanto in quello calcistico, fornendo per una entrambi una descrizione ed un preambolo assolutamente apprezzabili, volti a ben chiarire per il lettore quali fossero i relativi contesti e come il golpe militare li abbia di fatto stravolti.
Il grande lavoro di ricerca e l’impressione quantità di fonti consultate consente a Rubin di proporre una disquisizione organica e ben strutturata, nella prima parte alternando calcio alla politica, per poi fondere i due ambiti alla luce dell’influenza che il calcio argentino di trova a subire, tra arrivisti, miliari senza scrupoli ed in assoluto una classe politica volta a sfruttarlo per il suo tornaconto e per ottenere anche un pallido sostegno popolare. L’intreccio creato da Rubin apre gli occhi di fronte a tante situazioni ed, ahimè, tanti soprusi, perpetrati nel mondo calcistico e molte volte causati proprio dall’importanza assoluta nel calcio. Il riuscire ad andare oltre ad un mero elenco di desaparacidos e di tapini torturati e vessati è un ulteriore merito di un’opera dalla leggibilità immediata ed assolutamente non pesante ed artificiosa, concreta e coerente con i suoi presupposti.
La parte calcistica è sempre precisa e dettagliata, fornendo in tale senso dati e dettagli di grande interesse, potendo mettere in evidenza tanti giocatori e personaggi di un’epoca assolutamente affascinante dal punto di vista sportivo, raccontato attraverso episodi e prassi che ben servono ad alimentarne l’alone leggendario che gli appassionati (come il sottoscritto) sono soliti riservargli. Il lettore viene catapultato nel calcio del periodo, arricchito da tanti aneddoti che rendono la disquisizione prettamente “pallonara” di grande interessa, anche negli approfondimenti tecnico tattici curati con cognizione di causa da Rubin.
L’ingarbugliata e terribile gestione politica del paese trova un rendiconto concreto e fedele, nel quale, a mio avviso, viene maggiormente apprezzato una lavoro di ricerca a dir poco certosino, volto in qualche modo a sintetizzare e fondere gli spunti e le rivelazioni che in quasi cinquant’anni di storia hanno interessato l’argomento. Rubin sembra quasi voler mettere ordine tra le varie opinioni e tra i soliti luoghi comuni, facilitando una visione completa e diretta di tanti aspetti, perorando il frutto della proprie analisi e confutando con giudizio teorie e punti di vista lontani dalla presunta realtà. Il giro di interesse e di soldi che la Junta di Videla ha creato e mai giustificato trova un’ottima intepretazione, attraverso la riproposizione di fatti e decisione che l’hanno caratterizzata.
Gli sforzi dell’autore sono ben ricompensati da un libro completo in molti suoi aspetti, che senza giri di parole e con grande concretezza racconta e dettaglia 7 anni di dittatura, utilizzando il calcio come strumento di indagine attraverso le ingerenze e le angherie in esso promosse, senza nessun tipo di remora morale e nell’assoluto silenzio della comunità internazionale.
I giochi di potere sono ottimamente proposti e raccontati con grande lucidità, mettendo in luce le prassi della dittatura ed ii suo modo di estendere misure assolutamente coercitive in ogni ambito della vita argentina. Il calcio è perciò anche se non principalmente uno strumento prezioso da usare a proprio piacimento per tenere buone le masse e diventare anfitrione di una casta politica.
Credo che sia il neofita che l’esperto di storia argentina possa apprezzare l’opera per la sua completezza e per la capacità descrittiva e rievocativa che Rubin utilizza pagina dopo pagina, con la già citata virtù di andare oltra i luoghi comuni ed indagando con sagacia ogni anfratto di una situazione sociale drammatica e per molti anni nascosta dietro omertà e più o meno consapevole connivenza.
Un libro di sicuro interesse a giudizio di chi scrive realizzato in maniera ottimale, non banale e sotto tanti punti di vista pienamente esplicativa.
Giovanni Fasani
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