
TITOLO: MI CHIAMAVANO ROMBO DI TUONO
AUTORE: Gigi Riva con Gigi Garanzini
EDITORE: Rizzoli
ANNO PUBBLICAZIONE: 2022
PAGINE : 208
PREZZO : 18
Gianni Mura definì Gigi Riva un “Hombre Vertical”, considerando i suoi alti valori umani e la sua personalità, mai messi in discussione e sempre perorati, al fine di mostrarsi per quello che realmente si è.
Con Gigi Garanzini, raffinata ed eccezionale penna, il campione di Leggiuno si racconta anche nelle parti più recondite e meno acclarate della sua vita, mettendo da parte per una volta la sua riservatezza ed il suo pudore.
I brevi capitoli con i quali é suddiviso il libro sembrano quasi rispecchiare il suo carattere, fatto di poche parole, ma appropriate e tanto fatti, parlando in egual misura della sua carriera e della sua vita.
Riva si racconta come uomo, parlando della sua infanzia luttuosa e difficile, con la quale ha dovuto fare i conti per tutta la vita, con il passato che saltuariamente torna a presentare in ideale conto in sospeso. Nella sua formazione come uomo ha inciso fortemente il trasferimento in Sardegna, diventata a tutti gli effetti il suo habitat naturale, fatto di rapporti indelebili, ma anche di tanti appropriati silenzi. Il libro riesce in pieno ad evidenziare come Gigi Riva rappresenti un unicum in termini di valori, una sorta di mosca bianca sia per la sua epoca di calciatore, sia per i nostri giorni, per quel modi di intendere la vita ed i relativi rapporti.
Altrettanto indelebili sono i suoi rapporti con il Cagliari e con la nazionale, che la doppia penna di Riva e Garanzini rammentano al meglio, con la sensibilità di uno che si incontra con quella dell’altro. Nel rammentare le sue gesta in campo viene utilizzato uno stile semplice, lasciando che siano i ricordi e le sensazioni provate a scandire i ritmi della narrazione, basata a sua volta sulle semplicità, quasi non si stesse parlando del miglior realizzatore della storia della Nazionale, del trascinatore del Cagliari scudettato e di un vice Pallone d’Oro. Nell’identificare le tappe fondamentali sembra, però, non dimenticare nulla, compresi gli episodi, particolari e grotteschi, che cordono coinvolti l’arbitro Concetto Lo Bello e l’allenatore Manlio Scopigno, quest’ultimo davvero importante per la sua formazione personale e professionale.
Emerge in ritratto vero e concreto di Riva, il quale non si lascia andare a facili sentimentalismi, ma riesce a trasmettere al meglio tutte le sue emozioni, mettendo in luce i suoi punti di forza ed, anche, le sue non scontate debolezze. Davvero incredibile la forza d’animo e la saldezza dei suoi principi che gli hanno permesso di superare due gravi infortuni e rifiutare offerte altisonanti da parte di altre squadre, in primis la Juventus, dove avrebbe potuto magari vincere di più e sicuramente guadagnare molto di più. La frase “Io avrei giocato anche gratis” la dice lunga su quale sia il suo amore per il calcio e quali fossero i valori che l’hanno guidato in una vita intensa vissuta in modo schivo, ma assolutamente vera.
Un libro non banale per in uomo non banale, il quale ha deciso di raccontarsi con assoluta naturalezza, affidando le sue parole ad un cantore d’eccellenza.
Giovanni Fasani
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