
TITOLO: VI DO UN BELLOTTO
AUTORE: Carlo Cruccu
EDITORE: Edizioni Incontropiede
ANNO PUBBLICAZIONE: 2022
PAGINE : 148
PREZZO : 18,50
Gianfranco Bellotto per valori e visione calcistica può essere considerato un personaggio calcistico coerente e misurato, lontano dai clamori dei media e fortemente ancorato al principio del lavoro.
Con Carlo Cruccu ricorda la sua vita-carriera fornendo al lettore tanti dettagli che ne mettono in mostra le grandi qualità tecniche/tattiche di Valente mediano negli anni’70 e 80 e le non comuni doti morali che l’hanno reso in allenatore affidabile, soprattutto idoneo a risollevare ambienti in difficoltà o bisogno di una sterzata tanto motivazionale quanto tecnica. Quest’ultima qualità, ben raccontata è celebrata dall’autore, lascia spazio a qualche rimpianto ed alla volontà di togliersi qualche ideale sassolino dalle scarpe.
Più in generale emerge la figura di un professionista esemplare, in grado di trasmettere quelle caratteristiche e quella semplicità che tante volte mancano ai protagonisti del calcio di alto livello; credo si possa dire che Gianfranco Bellotto sia una mosca bianca nel calcio italiano, laddove la sua genuinità e correttezza vanno prese nelle loro accezioni più positiva e pura.
In mezzo a tanto aneddoti e situazioni riportate con precisione emergono i rapporti personali, molti dei quali positivi ed indimenticabili, con particolare riferimento ai presidenti Costantino Rozzi e Paolo Mantovani. In ogni rapporto si nota come Bellotto resti un uomo di campo, concentrato sulla sua mansione senza tanti giri di parole, caratteristica che continua anche in questa nuova veste di biografo di se stesso.
Il libro é altresì un bel tuffo nel calcio dagli anni’70 ai primi anni 2000, dal quale emergono protagonisti dimenticati (come il talentoso Stefano Polesel) ed episodi incredibili (il confermato “pulmino” che porto i giocatori dal ritiro del Venezia a quello del Palermo).
Personalmente noto una grande corrispondenza tra le caratteristiche del Bellotto giocatore, mediano infaticabile per spiccata propensione agli inserimenti ed il Bellotto allenatore, capace di farsi valere ad ogni livello e di gestire anche le situazioni poi difficili.
Una lettura che scorre via veloce, ma non per questo non significativa, che in parte riconcilia con in calcio più umano e vero, attraverso i ricordi, i legami e qualche rimpianto di un personaggio assolutamente non secondario del nostro calcio recente.
Giovanni Fasani
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