Intervista:Atlante Sentimentale Del Gol

Luca Todarello mette in risalto le 50 reti più significative della storia dei Mondiali, andando oltre molte volte la sola rilevanza calcistica delle stesse. Ne abbiamo parlato con l’autore.

Cosa rappresenta il gol per Luca Todarello?

Il goal è il momento più importante di ogni partita, è quello in cui confluiscono paure, attese e speranze: è la cristallizzazione del motivo ultimo del calcio. In fondo, il goal è anche una metafora degli attimi più importanti della vita perché se accade qualcosa che “sblocca il risultato” della nostra quotidianità ne conserviamo il ricordo a lungo. E felicemente.

Alcuni dei gol raccontati hanno avuto anche un significato politico e sociale: credi che il calcio possa influenzare decisioni ed avvenimenti sotto questi punti di vista?

Pensare al calcio come uno strumento per veicolare messaggi politici è più che un’opinione, è una certezza. Dopo ventiquattro anni, per esempio, in questi mondiali torneranno a sfidarsi Stati Uniti e Iran, in un match che travalicherà il suo naturale significato sportivo. Nel calcio c’è ancora spazio per avanzare istanze moderne e progressiste, siano esse associate ai colori di una fascia da capitano o a un tipo di esultanza. È importante che alcuni calciatori continuino a esprimere opinioni “contro il sistema”.

C’è un gol al quale sei particolarmente legato tra quelli da te raccontati?

Anche se avevo solo sei anni, dico senz’altro la serpentina di Roberto Baggio contro la Cecoslovacchia a Italia ’90. È uno dei primi goal di cui conservo il ricordo, ammirato in un vecchio televisore in una di quelle estati al mare che duravano mesi e che non esistono più… Uno slalom vicino all’immagine di uno sciatore che con eleganza e prontezza sfiora e supera le bandierine, vicino alle note di un “notturno” di Chopin.

Nel libro raccontati entrambe le reti di Maradona contro l’Inghilterra nel 1986, credi rappresentino una metafora della sua vita?

Trovo sia una singolarità straordinaria il fatto che Pelé abbia segnato i due goal più importanti della sua carriera all’inizio e alla fine della stessa (finali di Svezia ’58 e Messico ’70), atti di apertura e chiusura di una parabola sportiva intensissima ma tutto sommato “lineare”. Maradona, invece, ha racchiuso le stesse due esperienze in un solo match e per di più in pochissimi minuti (Argentina-Inghilterra ’86), regalando ai posteri un’istantanea fedelissima del suo modo di intendere il calcio e soprattutto la vita.

Relativamente a Pelé é piú iconico il suo primo gol nella finale del 1958 o quello nella finale del 1970?

Tra le due marcature la prima è sicuramente più iconica, perché ha mostrato al mondo di cosa era capace quel ragazzo diciottenne, una furia inarrestabile per Liedholm e compagni. Ha segnato uno spartiacque per il calcio del XX secolo, non solo perché ha sostanzialmente contribuito all’assegnazione del primo titolo mondiale al Brasile, ma anche perché ha rafforzato l’idea di un calcio, quello verdeoro, fatto di velocità, tecnica e soprattutto immaginazione.

Potendo inserire in cinquantesimo gol nell’elenco quale sarebbe?

La scelta per un cinquantunesimo goal potrebbe raccogliersi attorno a tre reti: quella di Juan Tuñas a Francia ’38, che permise a Cuba di pareggiare contro la Romania, ottenere la ripetizione del match ed entrare nella storia come prima formazione caraibica a superare un turno eliminatorio; la sforbiciata di Zico contro la Nuova Zelanda durante Spagna ’82, un gesto tecnico di classe sopraffina da parte di un altro grande giocatore “iconico”; il sinistro al volo di Tim Cahill contro l’Olanda nel mondiale brasiliano del 2014, certamente il momento più alto nella storia del calcio australiano.

Cosa ti aspetti dai Mondiali in corso?

Dai Mondiali in Qatar mi aspetto tanto spettacolo. Tanto calcio. Data la situazione che circonda questi terribili mondiali, non resta che cogliere i momenti tecnici più belli e associare il ricordo di questi giorni a qualche goal che possa entrare nel cuore di tutti noi tifosi e appassionati. Cerchiamo dunque il calcio dove è giusto che trovi sempre casa: nel goal.

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