
Lamberto Piovanelli con Fabio Demi ripercorre la sua carriera ricordando le tante soddisfazioni, ma anche i momenti critici ed i rimpianti. Ne abbiamo parlato con Fabio Demi.
Come nasce la tua passione per Lamberto Piovanelli e la decisione di dedicargli un libro?
Conosco Lamberto dal 1986, cioè da quando venne a giocare nel Pisa. Io allora ero commentatore e inviato al seguito del Pisa Sporting Club per conto del giornale “Il Tirreno”. Piovanelli conquistò subito tutti noi giornalisti per la sua disponibilità ed educazione, oltre che per l’abilità tecnica. L’amicizia dunque dura da 36 anni, e l’idea di un libro è venuta a tutti e due un paio d’anni fa.
É giusto definire la sua carriera come una “favola senza lieto fine” dal punto di vista calcistico?
Sì, è corretto. Proprio nel momento di massimo fulgore, con l’approdo in Nazionale e alla Juve, la sfortuna si accanì contro di lui con la doppia rottura della tibia.
Per valori ed educazione Piovanelli sembra essere un personaggio ed un calciatore d’altri tempi, sei d’accordo?
Certo. Un ragazzo d’oro, buono e generoso, a cui è impossibile non voler bene. Leale in campo, come nella vita.
A tuo parere la Juventus é stata miope nel valutarlo o davvero dall’infortunio non si é mai ripreso?
La Juve secondo me fece un grave errore. Doveva aspettarlo con calma e lui, sentendo fiducia intorno a sé, sarebbe tornato il grande bomber che era. Invece a Torino lo trattarono come un ferro vecchio.
A tal proposito ti chiedo se la gestione dell’infortunio e del suo trasferimento dal Pisa siano stata avventata o carente.
Sicuramente tornò in campo troppo presto dopo il primo infortunio del 30 dicembre 1990 all’Olimpico di Roma, e infatti la gamba cedette di nuovo. Il Pisa senza di lui era in difficoltà e ci furono pressioni per accelerare il rientro. Lui stesso aveva una voglia matta di giocare.
Da tifoso preferivi la coppia Piovanelli-Incocciati o la coppia Piovanelli-Padovano, purtroppo ammirata per poche partite?
Nessun dubbio, meglio la coppia Piovanelli-Incocciati. Lamberto e Beppe si integravano alla perfezione, sia come finalizzatori che nei movimenti senza palla. Era uno spettacolo vederli giocare insieme.
Se dovessi paragonarlo a qualche campione più recenti chi sceglieresti?
Direi Luca Toni, ma tecnicamente Piovanelli era più forte.
Cosa ti rimane di qual Pisa di fine anni’80 inizio anmi’90?
Mi rimangono dei ricordi bellissimi sia come giornalista sia come tifoso del Pisa. Erano i tempi magici di Romeo Anconetani, un personaggio incredibile che ha fatto la storia del calcio italiano. Vestirono la maglia nerazzurra giocatori del calibro di Dunga, Simeone, Chamot, tanto per citare i più famosi. E poi c’era il grande Piovanelli, il bomber che è rimasto nel cuore di tutti i tifosi del Pisa.
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