
TITOLO : HO VISTO LA RIVOLUZIONE
AUTORE: Lorenzo Fabiano
EDITORE: Absolutely Free
ANNO PUBBLICAZIONE: 2020
PREZZO : 15 euro
PAGINE : 240
Il Mondiale del 1974 è stato, a detta di molti, il più bello di sempre, o, quantomeno, quello che più ha rivoluzionato il gioco del calcio, rappresentando in tal senso uno spartiacque nella sua storia. Lorenzo Fabiano ne ripercorre l’evolversi, alternando l’occhio del bambino dell’epoca a quello dell’esperto odierna, focalizzandosi sugli aspetti più significativi e presentando con più punti di vista i protagonisti della rassegna.
L’autore in ordine cronologico passa in rassegna ogni giorno del Mondiale, inframmezzandole con le sue vicende di giovane appassionato al mare, conferendo alla narrazione uni stile agile e piacevole, fornendo in tal senso un quadro calcistico, ma anche di costume, pienamente esauriente. Per usare le parole di Roberto Beccantini nella prefazione, il libro “è una storia che contiene tante storie”.
È una lettura variegata che può apprezzata per tanti aspetti, uno si tutto, a mio parere, quello di sviscerare ogni partita per estrapolarne stili di gioco, punto di forza, di debolezza e peculiarità tipica di ogni nazionale e dei relativi giocatori; un lavoro certosino e puntuale, che si combina al meglio con la sobrietà dell’esposizione, mai forzata e fine a se stessa.
L’autore si concentra sulla rivoluzione tattica della nazionale di Rinus Michels, mettendo ben in chiaro la portata del cambiamento e dell’evoluzione calcistica proposta. L’analisi è però volta a fare luce su come anche le alte squadre abbiamo contribuito a rendere la decima edizione del Mondiale unica, partendo dalla Polonia, passando per le due “Germanie” fino ad arrivare al vessato Zaire.
Molto ben spiegato il contrasto tra un modo nuovo di giocare e quello più arcaico praticato da compagine quali quella italiana e argentina, anch’esse raccontate nelle loro difficoltà e contraddizioni; esiste in tal senso un calcio pre e post 1974. Anche grazie ai contribuiti di qualche protagonista Fabiano elenca i dettami della rivoluzione ed abbina il suo atteggiamento sbalordito del 1974 a quello più consapevole, ma ancora ammirato, di 46 anni dopo.
Un libro che ho apprezzato molto, per contenuti e stile, rendendomi conto di come la rivoluzione indicata nel titolo possa raccontata in più maniere, da chi l’ha vissuto e da chi ne percepisce la portata fondamentale nel processo di crescita del gioco del calcio.
Giovanni Fasani
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