
Il libro di Daniele Poto fa luce un ambito della curve italiane oscuro quanto clamoroso, portando tanti esempi concreti a dimostrazione delle stretto connubio esistente con la malavita. Ne abbiamo parlato con l’autore.
Quanto è durato il copioso lavoro di ricerca e quando è nata l’idea del libro?
Un anno di ricerca. Poi l’inizio del lavoro di scrittura e contemporaneamente di approfondimento con la lettura dei libri in bibliografia. L’idea è nata in osservazione del fenomeno della migrazione forzata degli ultrà dagli stadi ad altri tipi di intervento: censorio nei confronti delle società, contestativo nei confronti dei Governi e degli Stati, a volta saldandosi in un progetto eversivo.
A tuo parere è giusto considerare la variabile ultrà come una dei protagonisti attivi del sistema calcio?
Inevitabilmente gli ultrà devono essere considerati come parte del sistema. A volte dentro, a volte fuori, una galassia borderline che galleggia al confine ma che vuole disperatamente contare.
Nel libro mi ha davvero impressionato l’influenza che gli ultrà hanno verso le società calcistiche: é un’esagerazione affermare che queste sono alla mercé degli interessi delle curve?
Le curve e dunque gli ultrà che le dominano hanno un enorme potere di condizionamento come dimostra il caso-Juve. Il criterio della responsabilità oggettiva conferisce una potenzialità di ricatto infinita fornendo un’arma di contrattazione dove spesso i ruoli tra corrotto e corruttore si confondo.
Quale aspetto della vicenda di Piscitelli ti ha maggiormente sconvolto?
La fine di Piscitelli è emblematica e mi ha grandemente interessato perché dimostra la demagogia nell’ascesa di un personaggio che da ultrà si eleva fino a diventare un boss della criminalità, inserendosi al fianco di personaggi come i Buzzi, i Carminati se non addirittura con un potere di condizionamento nei confronti di famiglie come i Casamonica e gli Spada.
In tal senso ti chiedo se le autorità abbiano colpevolmente sottovalutato il soggetto o dolosamente trascurato la portata dei suoi loschi interessi.
La pericolosità sociale del soggetto era nota da tempo. Ma, come dimostrano le dichiarazioni del Ministro dell’Interno Lamorgese verso personaggi del genere (come Roberto Fiore) c’è stata una forma di calcolato rispetto per evitare che i leader scatenassero le piazze e provocassero guai peggiori, in ragione del loro riconosciuto carisma. In altre parole una prudenza calcolata ma esagerata.
Dalle tue ricerche credi che il modus operandi di Piscitelli rappresenti la punta di un iceberg o il climax di una triste normalità?
Il caso-Piscitelli è la punta dell’icerberg di una sottovalutata pericolosità. Trent’anni di progressiva ascesa criminale avrebbero potuto comodamente essere arrestati per tempo.
Esiste ancora una parte totalmente sana nelle curve italiane oppure la deriva politica e delinquenziale ha intaccato anche la componente più genuina e passionale?
Il tifoso è diverso dall’ultrà. L’ultrà per definizione si sottomette a un pericolosa gerarchia di azioni e di comportamenti. La passione e il tifo sono diversi dall’arruolamento coattivo che spesso indulgono a comportamenti antisociali. Ma non posso escludere che ci siano ultrà animati da una perfetta buonafede e protagonisti di comportamenti lineari e del tutto legali.
Cosa pensi delle misure repressive messe in atto per sfornare fenomeni degeneranti? La trasformazione progressiva dello stadio in un teatro, come asserito da molti, può avere ripercussioni positive?
Il calcio è spettacolo e il campo di gioco l’arena di un’esibizione. Troppo spesso però il codice penale non ha trovato applicazione perché considerato una terra di nessuno dove era meglio non intervenire per non provocare pericolose degenerazioni. Diversamente da quanto avviene, per rimanere nel mondo dello spettacolo, in cinema e teatri.
Quale sarà a tuo parere la nuova frontiera degli ultrà nei prossimi anni?
Gli ultrà si sono ripresi al 100% gli stadi. E sono tornati ai comportamenti pre-pandemia. L’ordine pubblico deve garantire ai cittadini sicurezza e rispetto delle leggi. Senza distinguo per la variabile a volte impazzita degli ultrà. La fusione con le frange dei no vax mi sembra destinata a essere progressivamente rimarginata.
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