Belfast Boy

TITOLO : BELFAST BOY

AUTORE: Stefano Friani

EDITORE: Milieu

ANNO PUBBLICAZIONE: 2021

PREZZO : 17,90 euro

PAGINE : 320

Non semplicemente o banalmente un altro libro su Best, ma un’opera che lo racconta considerandone i diversi contesti di appartenenza, sociali, culturali e sportivi, nonché  attraverso il racconto delle sue esperienze meno conosciute lontane da Manchester.

Stefano Friani dimostra grande conoscenza nel ripercorrere la carriera del fenomeno nordirlandese, andando nei dettagli di ogni questione, inserendolo appieno nella realtà che si trova a vivere, realizzando un ritratto davvero completo e per molto aspetto inedito.

L’autore ne mette in risalto l’importanza tecnica e l’avveniristico talento, dimostrandone appieno la sua importanza per la storia del calcio, tracciandone un quadro tecnico-tattico esauriente e pertinente. Nel raccontarne le prestazioni sul campo l’autore tratteggia un quadro del contesto calcistico di rifermento, snocciolando nomi, risultati ed avvenimenti con una competenza ed una maniera ammirevoli. 

Allo stesso modo ne chiarisce il ruolo di icona pop, specificando come sia stato un vero fenomeno di rottura in riferimento ai compassato e moralistici anni’60. Anche gli eccessi sono raccontati senza cadere nelle banalità e nelle  moralità di sorta, merito non da poco, tenuto conto dell’elevata produzione letteraria presente su George Best. C’è ovviamente tanto anche sulla sua famiglia, della quale fornisce particolari più o meno noti che servono a tracciarne un quadro personale ed a caratterizzarne scelte, completamente ed errori.

Friani parte da Belfast e concede un doveroso e significativo spazio all’epoca passata con i Red Devils, ma poi ne concede altrettanto alle altre esperienze in giro per il mondo, tra le ultime magie con il pallone, tante donne, troppe bevute e le difficoltà di tenere le briglie di una vita destinata alla deriva. Personalmente ho trovato molto interessante la parte relativa alla sua esperienza all’Hibernian ed in generale quelle vissute negli Stati Uniti.

Non mancano riferimento alla questione religiosa irlandese, vista dal suo punto di vista, nonché spiegata nei suoi connotati generali e maggiormente segnanti; collegato a tale aspetto c’è il rapporto di George Best con la nazionale, a tratti tormentato e mai degnamente vincente. 

Un plauso infine per lo stile ricercato e per uno stile lessicale di alto livello.

Se cercate un libro che sia al tempo stesso completo, competente, alternativo ed accattivante su George Best, allora la lettura fa decisamente al caso vostro. 

Giovanni Fasani

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