Il Pallone Ai Tempi Di Tino Asprilla

TITOLO : IL PALLONE AI TEMPI DI TINO APRILLA

AUTORE: Enzo Palladini

EDITORE: Edizioni Incontropiede

ANNO PUBBLICAZIONE: 2021

PREZZO : 17,50 euro

PAGINE : 154

Un libro che viaggia alla velocità delle sgroppate del protagonista in campo, nobilitato dalla saggezza e dalla profondità delle parole di Gabriel Garcia Marquez (ma non solo). In tal senso Enzo Palladini si conferma grande esperto e attento ricercatore nello sviscerare la vita e la carriera di Faustino Asprilla, mettendone in luna l’enorme talento e la tendenza a viverla spesso al limite, con una frequente deriva verso l’errore.

Molto interessante il connubio tra El Pulpo e la sua nazione, la Colombia, raccontata dall’autore nelle sue connotazione più affascinanti, ma anche, inevitabilmente, nelle sue criticità e nelle sue ataviche e terribili problematiche. Inevitabilmente e storicamente il connubio tra calcio e cartelli della droga è forte e segnato da vicende drammatiche, ben ricordate dall’autore, il quale si prodiga con attenzione nel creare un quadro d’insieme completo quanto veritiero.

Una volta creato il giusto preambolo il libro procede spedito, tra una magia in campo di Asprilla ed una sua pazzia al di fuori di esso: emerge il ritratto di uno strepitoso talento calcistico, limitato da una personalità infantile e molte volte impulsiva nelle scelte. Con riferimento ad esse Palladini propone una lunga serie di episodi, alcuni spassosi nella loro particolarità; in particolare mi ha davvero colpito suo litigio con José Luis Chilavert e le possibili sue conseguenze, così come ho trovato esilarante la sua “passione” per i rubinetti (lascio al lettore la possibilità di approfondirne gli allucinanti contenuti).

Il lettore è diviso tra l’ammirazione per quanto in campo il giocatore colombiano ha fatto e il rammarico per quanto avrebbe potuto fare, se sorretto da una personalità meno lasciva e tendente, ahimè, all’autolesionismo, come confermano le note vicende ed un modo di vivere fuori da ogni schema, non solo per un giocatore professionista. Palladini evidenzia molto bene il ruolo del presidente Tanzi nella gestione di Asprilla come uomo e calciatore, in un rapporto quadi tra padre e figlio per molti aspetti troppo permissivo, atto a fornire al colombiano modi per non pagare dei propri errori e prendere maggiormente coscienza di essi.

Da ragazzino, all’inizio degli anni’90, rimasi estasiato dal talento di Tino Asprilla, in quanto mai fino ad allora avevo visto un simile connubio di qualità tecniche e fisiche, tanto da provare rammarico per non averlo visto dare costanza a prestazione incredibili e primeggiare nella classifica marcatori. Il libro di Palladini fornisce valide motivazioni e cause che sa da un lato sono particolati, dall’altro non fanno che aumentare il rammarico per quello che avrebbe potuto essere.

Nella parte finale del libro l’autore propone l’elenco dei giocatori colombiani passato per l’Italia (Faustino è stato il primo) e un ricordo dei grandi Cafeteros mai transitati dalle nostre parti: mi permetto di segnalare, sulla base di una mia ammirazione personale, l’assenza tra questi ultimi del grande El Pitufo De Avila.

Una lettura piacevole che mette in risalto le grandi qualità tecniche di Faustino Asprilla, messe in evitabile confronto con la condotta di vita particolare ed estrema una volta dismesso i panni di calciatore

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