AUTORE: Pierpaolo Lala e Rocco Luigi Nichil
EDITORE: Manni
ANNO PUBBLICAZIONE: 2021
PREZZO : 16 euro
PAGINE : 208
Il connubio tra calcio e politica è forte ed acclarato, anche nell’ambito del parlato, sopratutto quando la politica prende in prestito termini calcistici per spiegare situazioni, indagare determinati fenomeni o giustificare certi comportamenti. Si assiste ad una vera e propria “contaminazione assoluta e permanente”.
È proprio questo l’oggetto di indagine di Pierpaolo Lala e Rocco Luigi Nichil, i quali, affondandosi ad esempi concreti ed a contributi di esperti ed eccellenze del settore, dimostrano come la politica italiana attinga da tempo alla nomenclatura calcistica, principalmente per semplificare e meglio proporre determinati concetti.
Gli autori si interrogano in tal senso sul livello del dibattito politico, attraverso un’analisi che parte dall’era fascista ed arriva ai giorni d’oggi, segnalando in molti casi ci sia davvero un’impostazione accomunabile aduna vera e propria tattica calcistica; forte in tal senso l’assonanza tra alleanza politica e posizionamento tattica, non solo su basi politiche.
Emergono varie riflessioni nel leggere le pagine del libro, in primis sulla finalità che porta ad usare termini ed espressioni calcistico-sportive nel linguaggio politico: è una scelta popolare o populista?
Secondariamente il fenomeno rispecchia un impoverimento della dialettica politica del relativo o modo di raccontarla e interpretarla, come dimostra anche il bel saggio finale di Filippo Ceccarelli. Concetto di alto livello vengono semplificati e resi accessibili (ad arte) attraverso quei termini del mondo del calcio che conoscono un po’ tutti, abbassando, in certi casi di molto, il livello complessivo della disputa politica.
Il libro offre sicuramente un punto di vista intrigante, facendosi apprezzare per contenuti, conoscenza dell’argomento e per l’efficacia dei contributi proposti. Una ceretta ripetitività di concetto ed un uso un po’ prolissi di esempi tendono ad appesantire un po’ la lettura.
Indubbiamente è un’opera che porta a (ri)considerare in termini un po’ sì stai il nostro modo di usufruire della politica parlata e spiegata.
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