AUTORE: Max Civili e Diego Mariottini
EDITORE: Castelvecchi
ANNO PUBBLICAZIONE: 2021
PREZZO : 16,50 euro
PAGINE : 176
Un libro davvero molto bello quello di Diego Mariottini e Max Civili, incentrato sull’impresa dell’Iraq nella Coppa d’Asia del 2007, ma esplicativo della situazione irachena politica e sociale del periodo.
Con estrema competenza gli autori compiono una completa analisi tecnica della squadra irachena, con un ottimo preambolo volto a definire il clima di terrore e angoscia che accompagnava ogni calciatore, ripercorrendo la preparazione di ogni partita e l’andamento della stessa. Con un occhio al campo ed uno al contesto esterno si viene catapultati nel clima del periodo, attraverso la ricostruzione verosimile e dettagliata di situazioni ed avvenimenti.
Il lettore è diviso tra la curiosità per i risultati ottenuti sul campo e l’angoscia per le cronache di quanto avviene in Iraq, quest’ultima accompagnata dalle reazioni dei giocatori e dello staff tecnico.
Figura centrale è l’allenatore Jorvan Viera, considerato nella sua personalità e visto nel suo ruolo di tecnico e psicologo nel gestire una dotazione per certi versi surreale nella sua drammaticità di contorno. Mariottini e Civili ci presentano un personaggio davvero interessante, con una storia personale e sportiva davvero unica, poco conosciuto o addirittura sconosciuto ai più; personalmente lo conoscevo marginalmente prima di leggere questo libro. Davvero riuscita la scelta di sviluppare il libro intorno alla sua figura, anche nelle parte più “romanzate” del libro.
L’andamento del torneo é perfettamente ricostruito da una cronaca puntuale e dettagliata, che denota una conoscenza ed una competenza di alto livello, fortemente esemplificata dalla cura di ogni singola minuzia. Non mancano riferimenti precisi e aneddotti sulla storia calcistica irachena, con un resoconto delle allucinanti angherie perpretate dal figlio del Rais Uday Hussein.
L’opera in questione fornisce un quadro duro e crudo dell’Iraq post Saddam Hussein, presentandoci una popolazione allo stremo tra divisione religiose, etniche e meramente sociali, unita quasi esclusivamente dalle vittorie della nazionale. Forte il contrasto tra il clima di terrore quotidiano e le celebrazioni per i relativi risultati calcistici.
Uno dei libri migliori che abbia letto ultimamente è che consiglio a chiunque voglia rivivere, o conoscere, l’impresa dei Leoni della Mesopotamia, ma anche a chi vuole conoscere lo strazio e i drammi di una nazione, con il calcio quale mezzo di conduzione.
Sotto ogni punto di vista é un libro che non può lasciare indifferenti.
Giovanni Fasani
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