Come nasce l’idea del libro è quali fini ti sei posto nella sua realizzazione?
A dire il vero questo libro nasce dalla situazione pandemica che ci ha colpito negli ultimi periodi. Durante il lockdown, nel rimettere in ordine a casa alcuni articoli di giornale, foto e ricordi vari, mi è venuta voglia di esternare qualcosa di mio, collocando il ‘Pallone’ al centro del racconto e colorandolo con i vari ricordi o con le emozioni ed i sentimenti che lo stesso Pallone mi ha trasmesso.
A tuo parere il non saper distinguere tra “calcio” e “pallone” è uno dei problemi nell’approcciarsi al relativo contesto?
Si è proprio questo il problema nel senso che la distinzione tra il Calcio ed il Pallone è sempre più netta ed incisiva: mentre il Pallone è emozione, gioia di calciare, di correre, di segnare, di parare, il Calcio è invece tutto ciò che è business, denaro, potere, interessi ed ecco perché è fondamentale scegliere come porsi avvicinandosi a questo particolare ed affascinante contesto.
Se ripensi alla tua carriera calcistica senti un po’ di rimpianto?
Avrei potuto fare molto di più da calciatore, ma oggi a sessant’anni sono ampiamente soddisfatto della mia vita, perché fra l’altro ho avuto la possibilità di restare nel mondo del calcio sia a livello di studi sia nelle varie attività lavorative che ho espletato.
Centrale nel libro è il concetto di famiglia: quanto è importante per chi si affaccia al mondo del calcio/pallone avere saldi valori ed affetti famigliari?
Avere una famiglia forte e compatta alle spalle, è un vantaggio importante per un giovane calciatore. Oggi purtroppo c’è troppa pressione da parte dei genitori che spesso puntano sulla carriera dei propri figli per realizzare le loro perdonali ambizioni, ottenendo quasi sempre però l’effetto contrario, con il conseguente fallimento dei Ragazzi.
Cosa ha lasciato Diego Armando Maradona a livello di immagine?
Diego Armando Maradona sotto il profilo calcistico ha lasciato l’immagine del più grande calciatore di ogni tempo. Sotto il profilo personale è stato spesso criticato, ma io come tanti Altri posso testimoniare che sotto il profilo umano è stato uno degli uomini più generosi che abbia mai conosciuto, pronto ad aiutare Tutti, conoscenti e non.
A tuo parere la pandemia ha cambiato la nostra attitudine verso il mondo del pallone?
Si la pandemia ha cambiato il nostro modus vivendi in generale e quindi anche nei confronti del calcio ci sono stati notevoli cambiamenti. Molto più calcio in televisione che dal vivo e questo già di per sé ha mutato l’atteggiamento del tifoso, ma anche la crisi economica post pandemica, porterà sicuramente dei contraccolpi in tutto il sistema calcistico.
Sei promotore e responsabile di tante belle iniziative legate al calcio: ce ne vuoi parlare e magari anticiparci qualche nuovo progetto o evento?
Il calcio e lo Sport in generale sono dei veicoli promozionali eccellenti, e quindi ho sempre pensato che attraverso i Campioni dello Sport un messaggio può arrivare molto più velocemente nelle case della gente. Cosi ho ideato da 12 anni un Progetto denominato Campus3s: Salute Sport Solidarietà, che ha come obiettivo quello di curare e diffondere il culto della Prevenzione, portando sollievo e beneficio a migliaia di persone. Un progetto in forte crescita e di cui sono veramente orgoglioso.
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