TITOLO : ZENGA E I SUOI FRATELLI
AUTORE: Glezos
EDITORE: Indiscreto
ANNO PUBBLICAZIONE: 2020
PREZZO : 17 euro
PAGINE : 180
Ottimo libro davvero quello di Glezos che miscelando calcio, musica, contesto sociale e le relative tensioni generazionali ci regala una bellissima fotografia della Milano anni’70.
Anche per chi non è cresciuto nel capoluogo lombardo il libro è una più che piacevole esperienza, un tuffo in un contesto ormai passato e superato dagli attuali costumi, ai quali l’autore guarda con tanta nostalgia e la giusta dose di (auto)critica. Glezos racconta una Milano che non c’è più e lo fa con gli occhi del bambino che è stato, ricordando fatti ed incontri che ne hanno segnato l’infanzia, l’adolescenza e la successiva fase adulta.
Nel condurci nelle pieghe giovanili della sua generazione l’autore racconta la vita da predestinato di Walter Zenga, da figlio di Viale Ungheria a portiere più forte del mondo, ponendolo come punto di riferimento (irraggiungibile) per chi è nato nel medesimo posto e nel medesimo periodo.
Tutto da leggere il rapporto del periodo con il calcio, da vivere allo stadio (certo episodi sono davvero significativi) e per i vicoli del quartiere e con le squadre giovanili. Centrale è il concetto di quartiere, vista nella sua accessione più positiva e aggregativa; viale Ungheria è un marchio del quale si va fieri, ma anche un ambiente dal quale andarsene da grandi.
Pur appartenendo ad una generazione successiva mi sono ritrovato in alcune delle situazioni raccontate nel libro (come non ricordare il pallone Zafferano Leprotto o il gioco della “pallina”), finendo per restare affascinato da quelle che mi hanno preceduto, anche quelle che trovano origini in ambiti oscuri della società italiana anni’60 e 70.
Libro decisamente consigliato per fare un piacevole quanto riflessivo tuffo in un ambito sociale che merita di essere raccontato, con Walter Zenga quale mito e bullo quale persistente riferimento.
Giovanni Fasani
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