Oggi abbiamo avuto il piacere di fare una bellissima chiacchierata con il giornalista Patrick Iannarelli, autore del libro Francesco Totti. A difesa di un amore eterno.
Patrick, su Totti sono stati scritti diversi libri: il tuo cosa pensi abbia in più?
Ho cercato di dare un taglio differente, raccogliendo i migliori momenti della carriera di Totti, ma anche la parte in cui è stato maggiormente criticato. Un racconto diretto, proprio per poter cercare di avere una lettura differente di un giocatore che nel bene o nel male ha scandito ben 28 anni della storia giallorossa.
Perché questo libro?
Dovevo far uscire qualcosa da dentro di me, volevo fare una fotografia completa di quello che ha significato Totti per i ragazzi della mia generazione. La cosa che mi ha sempre colpito è l’ammirazione che tanti hanno avuto nei confronti dell’ex numero 10 giallorosso. Tanti hanno visto grandi campioni giocare nelle loro squadre, ma uno dei rimpianti è stato proprio quello di non aver visto Totti con i propri colori.
Che cos’è Totti per te?
Totti ha rappresentato tanto per me, mi ha sempre colpito quel suo modo genuino di affrontare il calcio. Uno dei gesti che mi è rimasto in mente è stato il cucchiaio a Euro 2000: arrivavamo da tre manifestazioni consecutive in cui uscivamo ai rigori, ma lui con tutta la calma del mondo si è presentato davanti a uno spilungone di due metri e gli ha fatto il cucchiaio. La vera essenza del Pupone, di quel ragazzino che non è mai cresciuto veramente. Il calcio è emozione e giocatori simili hanno sempre una grandissima importanza. è il mio modo di vedere il calcio e Totti ha sempre fatto vedere quanto ha amato il calcio.
L’emozione più bella che ti ha regalato?
La vittoria dello scudetto. Vincere a Roma non è mai semplice, ma lui è riuscito a guidare una squadra fortissima, facendo da tramite con la città. E poi durante il rigore calciato contro l’Australia nel mondiale del 2006: a distanza di anni è impossibile non guardare quello sguardo di rivincita. Un tiro secco, violento. Per calciare via tutte le delusioni e la frustrazione dopo l’infortunio.
Quanto manca questo Totti alla Roma e ai suoi tifosi?
Totti manca parecchio perché una figura simile è complicata da assimilare, ma una volta che diventa il simbolo di una squadra difficilmente riesci a tirarlo fuori dal credo popolare. Totti ha iniziato la sua carriera con la Roma e ha giurato fedeltà alla squadra, non ha mai abbandonato la nave. A volte la sua presenza è stata ingombrante, ma nel complesso una figura così alla fine manca parecchio. Si è visto il giorno del suo addio, tutti hanno visto il saluto della sua gente. Vedendo il film in molti si sono commossi, anche chi non ha mai vissuto Roma e la Roma. A livello emozionale è come Roberto Baggio: in molti lo hanno odiato, ma oggi tutti dicono “da quando Baggio non gioca più non è più domenica”. Baggio ha sbagliato quel rigore a Usa 94 e ha dimostrato di essere umano anche lui. Totti invece ha dimostrato che si può amare qualcuno o qualcosa anche quando le cose non vanno poi cosi bene.
Facciamo uno spot per il tuo libro per incoraggiare i lettori ad acquistarlo.
A difesa di un amore eterno racconta quello che è stato Totti nella maniera più pura possibile, con tutte le emozioni del caso e con la leggerezza tipica di Roma e della Roma, modi di dire e personaggi come Carlo Mazzone che hanno segnato la storia di Totti. Un piccolo romanzo in cui si parla ovviamente di calcio e del calcio, ma anche un modo per conoscere un campione che, a tre anni dal suo ritiro, manca davvero tanto.
Grazie mille a Patrick per la sua disponibilità e cortesia, ti auguriamo buona fortuna per il libro e per la tua carriera.
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