Intervista: Memorie In Bianconero

Con un lungo lavoro di ricerca Giovanni Arbuffi ha rintracciato le tombe di personaggi fondamentali della storia della Juventus, soprattutto di quelli che ne hanno garantito l’evoluzione a partire dell’era pionieristica. Ne abbiamo parlato con l’autore.

Come nasce il tuo interesse per la storia della Juventus e come hai deciso di farne un libro?

Sono tifoso della Juventus da quando ho iniziato a capirne un po’ di calcio, dal 1973 (avevo 7 anni). Il libro nasce da una passione per la ricerca, solo che in ambito Juventus é stato scritto di tutto, per cui ho deciso di svolgere una ricerca partendo “dal fondo”, cioé cercando informazioni sul luogo di sepoltura dei personaggi, andando di conseguenza a scrivere una scheda personale su ciascuno di loro, e cercando notizie sulla loro carriera ma anche – laddove le trovavo – sulla loro vita privata;

Possiamo definire il tuo libro un tuffo nel passato sia dal punto di vista calcistico e sia dal punto di vista del contesto sociale di riferimento?

Direi di si, è proprio un tuffo nel passato inteso in quanto i personaggi trattati, essendo deceduti, appartengono in effetti ad un periodo non attuale. L’unico che, visto il periodo in cui è morto, non mi sento di inquadrarlo nel “passato” è Andrea Fortunato, per quanto, se avesse avuto maggior fortuna nella sua vita e fosse ancora tra noi, comunque a quest’ora si sarebbe già ritirato.

Che consigli daresti a chi volesse intraprendere un lavoro di ricerca come il tuo?

Intanto, sarei felice di veder fare una ricerca simile per tutte le squadre italiane, perché é un modo per celebrare e ricordare i giocatori, ma anche i dirigenti, tecnici o, comunque, i personaggi che hanno ruotato intorno a quella squadra, per non dimenticarli mai e poterli anche onorare portando loro un omaggio o un ricordo nei luoghi di sepoltura. Come consiglio, direi di cominciare a cercare i necrologi scritti subito dopo il decesso, poi cercare presso anagrafi, uffici di stato civile, parrocchie vicine al luogo di residenza e, ovviamente, cimiteri dove si presume possano essere stati sepolti.

C’è una storia tra quelle raccontate alla quale sei particolarmente legato o che ti ha colpito maggiormente?

Molte, soprattutto a livello personale. Sono particolarmente legato a due personaggi dalle vite estremamente diverse, ma che sono di un’importanza letteralmente vitale per la Storia della Juventus, cioé Fernando Nizza (pioniere, presidente, segretario, fondatore del giornale “Hurrà”) e Domenico Maria Durante (portiere del primo decennio del ‘900), anche perché il ritrovamento delle loro rispettive tombe é avvenuto da parte mia dopo ricerche difficili e estenuanti, e anche con una buona dose di fortuna;

Quale sarebbe stato le scenario per la Juventus senza l’ingresso in società della famiglia Agnelli?

Mah…, non é detto che sarebbe stato molto diverso da quello successivo il loro arrivo: la Juventus aveva già vinto un campionato (nel 1905), era stata la prima a potersi vantare di aver costruito uno stadio di proprietà – il campo di corso Marsiglia – in cemento armato, aveva già avuto tra i suoi dirigenti, alte personalità dell’industria cittadina e alcuni nobili, quindi, non necessariamente senza il supporto degli Agnelli la Juventus sarebbe caduta nel dimenticatoio…

In alcuni dei personaggi ci percepisce un forte senso di appartenenza verso la compagine bianconera: quanto fanno riflettere tali rapporti rispetto al calcio milionario di oggi?

Moltissimo. Parlando espressamente di Juventus, l’ultimo giocatore che ho visto avere un senso di appartenenza a questa maglia lo considero Claudio Marchisio. Ma allargando il discorso sulle grandi squadre italiane, forse l’ultima “bandiera” é stata Francesco Totti per la Roma, poi il nulla… Solo tanti soldi, e la voglia di possederne sempre di più, senza dimostrare la minima professionalità. Da questo punto di vista, paradossalmente, escludo il giocatore più “chiacchierato” in questo senso, Cristiano Ronaldo, perché anche se riceve un’ingaggio stratosferico, perlomeno non si può negare che ci metta impegno e sappia ripagare, con gli interessi, i denari spesi dalla Società. Altri, nella stessa squadra, invece..

Molti protagonisti dell’era pionieristica sono del tutto dimenticati: credi sia utile rinnovare il loro ricordo e tale epoca per meglio apprezzare la vera essenza del calcio?

Ovviamente si. Per fortuna, esistono gruppi Facebook dedicati al calcio pionieristico (uno su tutti: Il football dei pionieri – 1888-1939, gruppo di appassionati davvero eccellente. Ma ce ne sono molti:  e Bibliocalcio, con le recensioni dei libri su squadre, giocatori e personaggi, aiuta moltoi a non dimenticarsi di loro..

Continuerai nella tua ricerca? Ci sarà un seguito a “Memorie Bianconere”?

Di Memorie in bianconero ci sarà sicuramente un’edizione aggiornata, con l’inserimento di giocatori e personaggi minori, ai quali sto lavorando, che però non penso vedrà la luce prima di fine 2022. Sto invece lavorando, insieme all’amico Lorenzo Dascola, alla realizzazione di un libro analogo, sui giocatori della Nazionale e sui più grandi personaggi del calcio italiano (presidenti, allenatori, dirigenti, giornalisti): sarebbe bello riuscire a stamparlo entro il prossimo Natale, ma sarà dura…

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