Cantona. Il ribelle che volle diventare re

TITOLO : Cantona. Il ribelle che volle diventare re

AUTORE: Philippe Auclair

EDITORE: Milieu Edizioni

ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2017

PREZZO: 19,90 Euro

PAGINE: 368

Philippe Auclair è stato corrispondente dall’Inghilterra per France Football, conosce bene quindi le vicende del calcio inglese, che ha il privilegio di poter raccontare bilanciando il punto di vista continentale con quello prettamente britannico. Non solo. Il suo incarico pluridecennale in quel di Londra gli ha permesso di intessere una fitta rete di conoscenze con addetti ai lavori, allenatori, giocatori ecc; ed è proprio grazie a queste conoscenze nonché ad un triennio di ricerche minuziose e dettagliate da una parte all’altra della Manica (scrive l’autore nei ringraziamenti “…qualunque articolo scritto su Cantona dalla stampa francese e da quella inglese che ritenevo affidabile”) che è riuscito a dar vita ad una biografia straordinariamente completa che sviscera il personaggio e l’uomo da ogni punto di vista, dalle imprese della leggenda sportiva, all’intimità travagliata del suo essere anticonformista sempre e comunque. È forse proprio il suo carattere ad aver affascinato i tifosi del Manchester United su tutti, ma anche quelli di ogni latitudine, italiani compresi (basterebbe fare il conto di quanti libri su Cantona siano stati messi in vendita in Italia, un paese che non lo ha mai visto protagonista sui campi di calcio nonostante, come racconta lo stesso autore, la corte serrata dell’Inter di Moratti)

A differenza di tutte le altre opere però (compresa una autobiografia dello stesso Cantona “sgangherata nella struttura e inesatta nei dettagli” stando alle parole del giornalista francese), il libro di Auclair racconta davvero tutti gli aspetti della vita di quello che a Manchester è stato soprannominato “The King”, belli e brutti, convenienti e sconvenienti, senza che né Cantona – che pure era al corrente del progetto editoriale – né il suo entourage abbiano esercitato alcun controllo su come e cosa andava scritto e raccontato.

Ne son venuti fuori diciannove intensi capitoli, dalle origini passando per le prime turbolente esperienze in Francia, per analizzare poi tutti i momenti salienti dal trasferimento al Leeds, al successivo colpo di mercato di Alex Ferguson, vero padrino spirituale di Cantona, che lo porta a Manchester dove si compie il mito. A tutto questo c’è da aggiungere il capitolo sulla Nazionale francese, tra le delusioni e coli di scena, compreso quello allo sconcertante addio. Non manca ovviamente l’analisi dell’ormai stra-famosa vicenda del calcione stile kunf-fu rifilato ad un tifoso del Crystal Palace e tutto quello che ne è seguito. Davvero Auclair è riuscito a raccontare ogni dettaglio della vita di Cantona, non solo quelli che lo hanno reso famoso in tutto il mondo, ma anche gli episodi meno conosciuti che hanno contribuito a rendere il giocatore un’icona anche per i suoi stessi colleghi.

Il libro, scritto in inglese e poi tradotto in francese, è arricchito in ogni capitolo di digressioni e spunti di riflessione su situazioni, aneddoti e curiosità sulla vita di Cantona, avulse dal contesto narrativo ma allo stesso tempo preziose e pertinenti. Pubblicato per la prima volta nel 2009, il volume si concentra sul Cantona giocatore senza quindi andare ad approfondire la sua seconda vita, quella iniziata dopo il ritiro dalla scene calcistiche quando ha indossato con successo i panni dell’attore (“Il mio amico Eric” di Ken Loach è stato premiato a Cannes nel 2008), del moralizzatore, dell’eroe del popolo. Nonostante questo, e nonostante la traduzione in italiano avvenuta solo nel 2017 grazie a Milleu edizioni (che proprio con il libro di Auclair ha inaugurato il suo filone calcistico), il successo che ha riscosso in libreria testimonia non solo la bontà dell’operazione ma anche il fascino che un personaggio come Cantona riscuote anche a distanza di tempo dal suo ritiro sul pubblico italiano, che, mi si permetta, ha potuto solo godere della sua brutta copia

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