Azzurri D’Europa

TITOLO : AZZURI D’EUROPA

AUTORE: Stefano Ferrio e Gianni Grazioli

EDITORE: Minerva

ANNO PUBBLICAZIONE: 2021

PREZZO : 25 euro

PAGINE : 344

La storia dell’Italia ai Campionati Europei merita sicuramente un ampia e dettagliata analisi, per ripercorrere sessant’anni di sfide mitiche, giocatori leggendari e significativi contesti.

Concentrandosi sulle tre finali disputate dagli Azzurri, ma ricostruendo gli avvenimenti di tutte le edizioni, Stefano Ferrio e Gianni Grazioli ci guidano in un affascinante viaggio temporale, che emoziona e fa (ri)vivere sensazioni collegate a partite che fanno parte della nostra storia del calcio.

Il trionfo di Roma viene fatto rivivere in ogni dettaglio, compresa tutta la narrativa intorno alla vicenda della monetine la nella sfida con l’URSS, mentre la sfortunata cavalcata dei ragazzi di Zoff nel 2000 è resa al meglio, con uno sguardo particolareggiato sulle scelte dell’allenatore friulano.

Quest’ultimo è giustamente celebrato nel libro, quale trait d’union tra le due edizioni e personaggio presente in quasi tutte le grandi imprese della nazionale.

L’edizione del 2012 chiude il focus, mettendo in luce il coraggio delle scelte di Prandelli e la bontà della sua proposta di gioco.

Molto apprezzabile il fatto che la narrazione segue un perfetto filo logico, il quale rende l’opera ancora maggiormente meritevole, con la giusta enfasi sulle sorti della squadra azzurra, ma senza dimenticare partite e protagonisti che hanno contribuito a rendere l’Europeo un evento di grande attrazione. Opportuna l’idea di concedere il giusto spazio a tutte le finali disputate, permettendo in tal senso un ottimo rendiconto delle squadre protagoniste delle stesse.

Apprezzabile anche il fatto che venga dedicato in capitolo alle 6 vittorie ottenute dalla nazionale Under 21 nel Campionato Europeo di categoria. 

Segnalo qualche imprecisione, come il fatto che il coreano Pak Doo-ik venga indicato come un dentista o come il fatto che il gol della Svezia contro l’Italia nel 2000 venga attribuito a Dahlin e non a Larsson o come l’omissione del rigore parato da Buffon a Mutu nel 2008.

Nel ripercorre quasi per intero la storia del calcio gli autori trovano ottimo collegamenti e propongono validi paralleli, ricordano anche il fenomenale Héctor Scarone, giustamente definito “El Gardel de fútbol” (a sua volta però erroneamente indicato come danzatore).

Anche grazie ai tabelloni delle partite alla fine del libro, l’opera si presta ad essere indispensabile per ogni amante della storia del calcio, ben proporzionato tra dettagli statistici e sentiti e competenti giudizi e ricostruzioni storiche.

Una lettura che suscita sicuramente grande interesse e che gli autori contribuiscono a rendere significativa, evocativa e celebrativa nella giusta misura. 

Giovanni Fasani

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