Tragedie sorelle

AUTORE: Andrea Pelliccia

EDITORE: Cento Autori

ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2021

PREZZO: 12,00 Euro

PAGINE: 160

Francesco Caremani nella premessa al libro scrive: “Il romanzo di Andrea Pelliccia è una carezza. Una carezza alla memoria di due avvenimenti tragici, e storici, e un terzo che li ha messi coraggiosamente e intelligentemente insieme”.

Non ci poteva essere fotografia migliore di questo volume. Con una brillante trovata narrativa, infatti, l’autore riesce a legare in un unicum narrativo due storie tanto vere quanto drammatiche: la tragedia di Superga del maggio ’49, che spazzò via il Grande Torino e la strage dell’Heysel dove persero la vita 39 tifosi. Come ci riesce è presto detto: a cucire i due avvenimenti ci pensa la curiosità di un bambino che accompagnato da papà e nonno al museo del Grande Torino interroga le sue guide per rivivere gli accadimenti passati, con fare tanto curioso quanto ingenuo. L’incontro di queste tre generazioni dà all’autore il pretesto per narrativo per dar vita ad un breve ma gustoso romanzo, anche se forse sarebbe più opportuno definirlo un racconto lungo, diviso in due parti distinte. La prima, quella dedicata al Grande Torino, è la più breve delle due ma non per questo la meno intensa. Dei fatti di Superga fiumi d’inchiostro è stato versato, nessuno però ha avuto l’accuratezza di trasportare il lettore all’interno di quel maledetto aereo, dove si possono quasi vedere i volti allegri e scanzonati dei giocatori granata di ritorno da Lisbona poco prima dello schianto. Il chiacchiericcio frivolo, le risate, il buonumore del gruppo, sembrano essere raccontati in presa diretta, come se l’autore e di conseguenza il lettore fossero lì con loro. Peccato solo che il tutto duri troppo poco. Al contrario invece nella seconda parte l’autore si lascia prendere maggiormente la mano, ne vien fuori così un brillante racconto; non solo più lungo del primo ma anche maggiormente coinvolgente. Pelliccia tenendo fede a due delle tre passioni che emergono dalla biografia: lo sport, in questo caso il calcio, e il rock, ha modo di raccontare una storia di amicizia vera e profonda, tra due ragazzi divisi dalla fede calcistica (Juventino uno, granata l’altro), ma accomunati dalla passione per la musica, grazie alla quale s’avvicinano dopo un’iniziale scontro. Al netto di una sinossi asciutta ed essenziale, dalla quale altro non emerge se non il “trait d’union” dei due racconti, è decisamente questo il vero nucleo del romanzo. Non c’è dubbio che chi ha avuto vent’anni all’epoca dei fatti dell’Heysel (siamo nel 1985), apprezzerà maggiormente le sfumature narrative e gli abbondanti particolari musicali. Mix che rende l’esperimento narrativo davvero pregevole. Il risultato finale è decisamente riuscito bene, talmente tanto bene che ci si chiede perché non è stato possibile dare più spazio ai due protagonisti?

Il libro grazie ad uno stile narrativo accattivante scorre via velocemente, favorito dal formato pocket e dal ridotto numero di pagine. Basta un pomeriggio per terminarlo, pomeriggio nel quale si ha anche tempo per rispolverare vecchi CD alla ricerca delle tracce rock che fanno capolino tra le righe. Un libro consigliatissimo ai ragazzi, anche adolescenti, per avere la possibilità di fare una gustosa buona lettura, ma anche ai papà per tornare giovani per un istante. La copertina rossa è un involontario(?) omaggio alla fede calcistica dei tre iniziali protagonisti.

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