TITOLO: LA VITTORA DEL 1934
AUTORE: Alessandro D’Ascanio
EDITORE: Solfanelli
ANNO PUBBLICAZIONE: 2010
PREZZO : 16 euro
PAGINE : 232
Solamente dando un’occhiata alla copiosità ed all’attendibilità delle fonti consultate ci si può rendere conto della complessità e del valore di questo libro.
Alessandro D’Ascanio ci propone un interessantissimo saggio inerente a come la vigilia e lo svolgimento del Mondiale del 1934 sia stata gestita e propagandata, mettendone in luce gli effetti e le concause relative alle strategie volte ad ottenere consenso e prestigio internazionali.
L’autore chiarisce i legami tra il comitato organizzativo ed il partito fascista in modo fedele e dettagliato, entrando nel merito dei particolari organizzativi, con un’occhio di riguardo su come gli stessi vengano gestito dal punto di vista politico; assodata la sottomissione della Federazione Calcistica al regime fascista, risulta interessante come ogni decisione sia presa nell’ottica di avvalorare il contesto fascista e il suo connesso sport, tra propaganda e mero compiacimento.
D’Ascanio analizza l’evoluzione di come si sia compresa e centrata l’importante globale della perfetta organizzazione, impreziosendo il tutto con dettagli poco noto e sì sicuro interesse. Il tutto ovviamente nell’ottica di glorificare la “perfetta organizzazione fascista”.
Molto interessante il concetto di ripristino da parte del contesto fascista dei concetti di romanità, in termini di principi sociali e culturali. Altresì accattivante il parallelo tracciato tra l’atteggiamento strategico e diplomatico utilizzato dal PNF nel contesto calcistico e quello utilizzato dallo stesso nel futuro e tragico conflitto mondiale.
Anche grazie alle cronache del periodo emerge il culto della persona di Benito Mussolini esaltato in ogni situazione e visto come il protagonista del clima sportivo e organizzativo del secondo Mondiale della storia. Molto gli spunti che possono nascere nel valutare una stampa completamente asservita al regime, anche in organi non direttamente dipendenti dallo stesso. In molti articoli emerge anche un chiaro riferimento al concerto di razza, altro concetto connesso all’egemonia fascista che meriterebbe approfondimento.
D’Ascanio conferma l’ottima riuscita del suddetto torneo, dal punto di vista preparatorio, non omettendo quei particolari e quelle ridondanze volte ad esaltare i meriti del fascismo per l’ottima resa ed il suo ruolo politico nello scacchiere mondiale.
Un libro di sicuro interesse che sintetizza ottimamente una fase della nostra storia, attraverso le fasi di un torneo che in campo e fuori ha dato risalto al PNF, nel suo periodo di massimo consenso.
Il libro invoglia a ragionare sul potere del “gioco” del calcio del periodo, facilitando comparazioni con il suo ruolo attuale.
Davvero un saggio di notevoli livello, basato su fonti tra le più attendibili e prestigiose sull’argomento.
Giovanni Fasani
Rispondi