Papaveri e Papere. Prodezze e nefandezze dei presidenti del calcio

AUTORE: Massimo Arcidiacono, Maurizio Nicita

EDITORE: Imprimatur Editore

ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2013

PREZZO: 14,50 Euro

PAGINE: 191

Perché uomini di successo decidono di andare contro ogni logica imprenditoriale e comprano una squadra di calcio? È questa la domanda dalla quale Massimo Arcidiacono e Maurizio Nicita, giornalisti de La Gazzetta dello Sport, muovono per dar vita a questo gustosissimo libro che mette in luce, come anticipa il sottotitolo, “prodezze e (molto più spesso) nefandezze dei presidenti di calcio”.

Scavando così tra gli archivi gli autori ricostruiscono la storia personale ma soprattutto calcistica dei presidenti più eccentrici e carismatici (sic!) della nostra serie A. Si vedono così scorrere le imprese, sportive e non dei vari: Berlusconi, Cellino, De Laurentiis, Lotito, Preziosi e Zamparini. I ritratti sono tragicomici, da una parte infatti c’è, sovente, il prototipo del self-made man, dall’altra poi come novelli Dr. Jekyll e Mr. Hyde ci sono i presidenti di calcio, tanto appassionati quanto vulcanici, che fanno e disfano di tutto di più.

Il libro nasce da una precedente iniziativa editoriale, un libricino venduto con la Gazzetta dal titolo “Io può. Storie di padri padroni e di un calcio che non c’è più”, edito nel lontano 2002. Questo invece non che la naturale evoluzione/aggiornamento, al quale, si spera, si possa dare un successivo aggiornamento, vuoi per le nuove “prodezze” sciorinate dai nostri amati/odiati presidenti, vuoi per l’ingresso in campo di nuovi personaggi. Uno su tutti decisamente Massimo Ferrero.

La premiata ditta Arcidiacono-Nicita da vita ad un compendio di quanto il calcio possa traviare un uomo. I ritratti dei potenti del pallone, infatti, non fanno sconti a nessuno, in un mix di prodezze e nefandezze infarcito, in ogni capito, con un “Frasario essenziale”, per cogliere la grottesca ironia del personaggio di turno. La lettura porta alla mente ricordi imbarazzanti ma allo stesso tempo tragicomici di quanto è stato, mettendo a nudo il sistema italiano che, abbandonato il calcio più ruspante e casereccio degli anni ’70 e ’80, si è trovato impreparato a gestire e farsi gestire da uomini di questo livello, e le conseguenza ahimè sono sotto gli occhi di tutti. Questo emerge soprattutto nel capitolo dedicato agli sceicchi o presunti tali, di cui di volta in volta abbiamo letto sulle pagine dei quotidiani. Sognando un ricco mecenate ma ritrovandoci sempre con un pugno di mosche in mano. Prima di arrivare al capitolo finale dove sono raccolte le varie “perle” presidenziali (roba da puro cabaret!) gli autori ci regalano anche un piccolo tuffo nel passato. Per la serie “come eravamo” infatti scorrono, troppo brevemente ahimè, flashback dei presidenti di una volta come Rozzi, Massimino, Sibilia, Anconetani ecc., sicuramente meno glamour ma allo stesso tempo più vicini ai tifosi. Chiosano gli autori alla fine del libro: «[…] È il passaggio di testimone, simbolicamente, tra i romantici padri padroni del calcio e i suoi moderni papaveri».

Se non lo avete letto dovete rimediare al più presto.

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