
TITOLO : CONTRO IL CALCIO MODERNO
AUTORE: Luigi Spagnolo
EDITORE: Odoya
ANNO PUBBLICAZIONE: 2020
PREZZO : 14 euro
PAGINE : 190
Con la consueta competenza e con argomentazioni forti Pierluigi Spagnolo ci mette di fronte alla deriva del calcio verso un fenomeno impersonale, con poca passione ed assoggettato unicamente al Dio denaro.
Tema centrale la cosiddetta “normalizzazione” del tifo, con il tifoso visto come un mero cliente, alla ricerca dell’aberrante “calcisticamente corretto” caro alle società calcistiche, ormai alla ricerca del ricavo senza badare ad altro.
Appunto i ricavi derivanti dalle televisioni sono il nodo attraverso il quale il calcio sta progredendo o regredendo) verso un qualcosa di totalmente differente rispetto al calcio dei bei tempi andati.
Una frase su tutte sembra riassumere la prima parte del libro:” il calcio è laico quando convivente ed ortodosso nelle altre circostanze”. Prassi comune, quindi, dare le colpe di un fenomeno alla soglia dell’esplosione alla fascia più passionale e vera del tifo, vale a dire il contesto ultras.
L’autore vede quest’ultimo come una cavia nelle mani di governi e società, sul quale provare pratiche repressive destinate alla collettività (vedi esempio incredibile del Torino relativo alla condivisione di una parte dello stadio per due opposte tifoserie).
Molto interessante il paragone tra l’ambiente della curva e la normale società, solo apparentemente distanti, ma assoggettate a dinamiche e processi del tutto simili.
L’analisi di Spagnolo va però oltre, concretizzando quantitativamente e qualitativamente fenomeni quali il caro biglietti, la pubblicità ossessiva, i calciatori divenuti star millionaire e via dicendo.
La conclusione? Allo stadio, meno capiente e con più servizi, andrà solo chi sarà scelto dalla società, in un regime di assoluto controllo e con l’incentivo a spendere il più possibile. Gli altri a casa sul divano davanti alla TV.
Da brividi
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