Ciao Pietro e benvenuto su Bibliocalcio. La prima domanda è quasi obbligata: da dove nasce l’idea di un progetto editoriale come “Interrompo dal San Paolo”?
Grazie a voi per l’interessamento. L’editore Giammarino, che ringrazio, mi chiese di ideare un progetto che partisse da Napoli e con il quale si potesse parlare di un calcio figlio della sana competizione sportiva, di uno sport fatto di emozioni, sensazioni, sogni e speranze lontano da quello freddo e asettico fatto di numeri, statistiche e business. Ma, soprattutto, il progetto avrebbe dovuto mettere al centro la fantasia, l’immaginazione e le storie della gente. Ci pensai qualche giorno e ideai un progetto dove tutto ruotava intorno alla radio, alla mitica e intramontabile trasmissione Rai di “Tutto il calcio minuto per minuto” proponendo l’uscita in concomitanza dei sessant’anni di vita di questa storica trasmissione. In più proposi di far scrivere i racconti a sole donne che hanno, rispetto a noi uomini, una sensibilità diversa. Il lavoro presentato è piaciuto al puto tale che l’editore ha voluto dar vita a una nuova collana, “Sport & Soul”, e dopo Napoli replicheremo con un’altra piazza.
Tra i venti racconti del libro c’è un protagonista più o meno nascosto: è la radio. Com’è cambiato a tuo parere il ruolo di uno strumento che inevitabilmente ha accusato il passare del tempo e l’avanzare delle nuove tecnologie?
Diciamo che la radio è riuscita a mantenere in gran parte la propria identità, anche se è sbarcata anch’essa sullo schermo. Però resta invariata la sua missione quando si viaggia in auto come imprescindibile strumento di informazione e di compagnia, oppure per gli inguaribili romantici come me a cui piace ascoltare la radio nelle ore serali o notturne. Una magia unica.
A differenza del tuo ultimo lavoro, l’antologia di racconti sul “Grande Torino” questa volta hai deciso di affidare la stesura dei racconti solo ad esclusivamente a donne: giornaliste e scrittrici di successo napoletane. Come e perché questa scelta?
È stata una scelta precisa, sicuramente provocatoria e io oserei dire anche dirompente. Per tanti potrebbe apparire coraggiosa per me, invece, il frutto semplice della normalità. Sono brave, competenti e hanno elaborato dei racconti che offrono dei colpi di scena dove il calcio è marginale pur rimanendo il collante, il punto di convergenza per intere comunità.
Oggi come oggi il mondo del calcio non è più ad uso e consumo prettamente maschile. Sono tantissimi i volti e le penne femminili che raccontano quotidianamente la serie A. All’appello però manca ancora una convinta svolta anche nel mondo dell’editoria sportiva. È solo un caso o esistono delle preclusioni alle donne?
Non mi pongo troppe domande sull’argomento. Ognuno compie delle scelte, queste ragazze sono fantastiche. Poi se l’editoria è in parte cieca non so che dire. Sono consapevole che con questa pubblicazione abbiamo aperto un varco, indicato una strada che noi vogliamo percorrere per non fermarci più.
Dall’alto della tua esperienza ci puoi dire quanto, come e se cambia la narrazione partendo da un punto di vista prettamente femminile?
Si parte da una sensibilità diversa, meno rude e un po’ più dolce. Mettiamola così. Però le storie raccontante non lasciano spazi a omologazioni di sorta spaziando dall’omofobia alla mafia fino a raggiungere la fantascienza. Vi ho incuriosito abbastanza?
Non sei nuovo a progetti editoriali come l’antologia di racconti. In qualità di curatore ci puoi dire quali sono i pro e i contro di una scelta del genere e a quali difficoltà si va incontro nel realizzarla?
Sicuramente mettere insieme idee e scritture diverse rappresenta la difficoltà maggiore, però questo è un gruppo fantastico fondato sulla stima reciproca e sul rispetto di ognuno di noi. Poi quando hai dalla tua parte dei fuoriclasse gli chiedi di scendere in campo e di giocare come sanno fare. Al selezionatore-curatore spetta il compito di fornire qualche consiglio e di essere sempre presente, qualsiasi cosa possa accadere.
Nelle storie raccontate nel libro fanno capolino i gol di alcuni dei protagonisti della storia del Napoli: Maradona, Hamsik, Cavani, Altafini, Careca ecc. c’è un gol che tu avresti voluto raccontare legato magari ad un momento particolare della tua vita?
Mi sarebbe piaciuto raccontare un goal di Ruud Krol, un gande campione che ha indossato la maglia azzurra. Mi dispiace non averlo potuto inserire in quest’antologia poiché l’unica rete messa a segno dall’olandese, durante la sua permanenza all’ombra del Vesuvio, avvenne in quel di Brescia.
Sembra evidente che “Interrompo dal San Paolo” si rivolga soprattutto, ma non solo, ai tifosi del Napoli, l’idea però è quella di replicarlo anche per le altre piazze italiane. Cosa bolle in pentola, ci puoi anticipare qualcosa?
Certo, replicheremo l’esperienza con altre piazze perché a quanto pare il taglio fornito dai racconti sta riscuotendo parecchi apprezzamenti tra i lettori. Certamente il prossimo “Interrompo” vedrà come protagoniste altrettante donne.
Con questo libro la “Giammarino Editore” che ha creduto nel progetto ha deciso di puntare anche sul filone sportivo. È stato per te una sfida nella sfida questa oppure la tua esperienza ti ha permesso di non avvertire alcuna pressione nello svolgere il tuo ruolo di curatore del libro?
La Giammarino aveva già pubblicato due libri che hanno riscosso enorme successo “Napoli 10 e Lode”, curato dal compianto Domenico Raio, un lavoro che ha raccontato la rinascita del Napoli con i primi 10 anni di gestione De Laurentiis e “Pittat”, realizzato da Riccardo Giammarino. Un lavoro geniale con il quale il giovane autore ha raccontato la storia e la passione per il Napoli attraverso i murales e le scritte che ancora resistono sui muri della città. L’emozione è venuta fuori quando mi è stato comunicato che ne sarebbe nata una nuova collana. Devo ammetterlo, si è trattato di una bella soddisfazione.
Che dire a questo punto? Grazie per la tua disponibilità e in bocca al lupo a te ed alle tue autrici per il successo del libro.
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