TITOLO : PALLONE ASFALTO E BETONIERE
AUTORE: Francesco Berlingieri
EDITORE: Autoprodotto
ANNO PUBBLICAZIONE: 2020
PREZZO : 12 euro
PAGINE : 201
Appartenenza è un concetto talvolta allargato i sottovalutato, ma raramente in un libro viene fieramente e compiutamente esposto come in questo, scritto e mi viene da dire interpretato da da Francesco Berlingieri.
Partendo dall’amata Foggia l’autore spazia dai ricordi personali ai concetti tipici del tifo, finendo per coinvolgere il lettore, il quale si rivedrà in tante situazioni raccontate, vissute in prima persona in contesti, famigliari, di amicizia ed ovviamente di stadio.
Il rapporto con la città, criticata e sbeffeggiata con sano umorismo, diventa uno dei punti del libro, in stretto connubio con la squadra foggiana; l’apparente apatia della città pugliese sembra frantumarsi quando si parla della squadra rossonera, con anche il più improbabile sei vecchietto che chiede cosa ha fatto il Foggia.
L’analisi sociale del contesto foggiano e della dinamiche del suo capoluogo sembrano essere un eccezione del variopinto mix culturale della provincia italiana, ma da esse emergono tratti comuni a tutti gli ambiti italiani, in termini positivi ma, con occhio al presente negativi.
Il libro trasuda passione e nostalgia, laddove i ricordi di un calcio che fu sembra sminuire l’interesse per quello attuale. Ma è solo apparenza, perché la passione non morirà mai, anche se “il cuore è in mano altrui”, con riferimento alle disavventure societarie e agli approfittatori che sembrano essere prassi di molte società.
Calcisticamente parlando è strano notare come l’epoca di Zamanlandia è in parte criticata da un bacino di tifosi che sembra invece accalorarsi di più in situazione di minor blasone, in interminabili trasferte nelle tante province del centro-sud italia, quasi a ribadire che il tifo comporti sofferenza.Ancora vivo invece il rimpianto e l’incredulità della retrocessione in serie B con Catuzzi in panchina, davvero inspiegabile dopo un giorne di andata terminato in prestigiose posizione di classifica.
Personalmente mi ritrovo in tanti ricordi infantili dell’autore, tratto comune di chi ha vissuto l’età più bella e spensierata con il pallone ai piedi, con l’amore innocente per il calcio vero e l’amore irrinunciabile per una squadra.
Imprescindibili i capitoli “il calcio dei padroni” e “Il problema siamo noi” (magnifico nella sua cruda verità), quali apici di un libro che trasmette emozioni e non mancherà di generare riflessioni.
Molto interessanti i contributi di Filippi Andreani, Paolo Carelli e Edoardo Molinelli.
Giovanni Fasani
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