TITOLO : STORIA DI UNA CAMPIONE TRISTE
AUTORE: Danilo Crepaldi
EDITORE: Urbone Publishing
ANNO PUBBLICAZIONE: 2020
PREZZO : 13 euro
PAGINE : 146
Con la solida dovizia di particolari e la consueta sensibilità Danilo Crepaldi ci offre un ritratto di Oleksander Zavarov utile a riabilitarne la figura ed a far luce su tanto particolari della sua esperienza juventina.
Nell’esaltarne le indubbie doti tecniche l’autore ne ripercorre la carriera, concentrandosi maggiormente sull’esperienza a Torino: di quest’ultima riesce a fare chiarezza sui tanto problemi affrontati da Sacha, in campo e fuori, limitanti in termini di tranquillità personale e prestazioni.
Ci si accorge di come in tante partite l’asso sovietico sia risultato decisivo, venendo però sovente sottovalutato o ignorato da una stampa miope e eccessivamente severa bei suoi confronti. Appare lampante come la pressione posta dai giornalisti in termini di paragone con Platini e di coninue domande sul corso dell’Unione Sovietica abbiano minato fortemente la sua esperienza torinese.
Certosina la ricostruzione delle partite giocate, così come risulta inappuntabile la descrizione tecnico-tattica delle stesse, utile ad inserire contestualmente Zavarov nella squadra di riferimento (interessante anche il resoconto della sua esperienza post Juventus con il Nancy).
Nella sua opera Crepaldi evidenzia come Lobanovski sia una figura centrale nella sua vita/carriera, quale persona di fiducia anche al di fuori della Dinamo Kiev e della nazionale: in quest’ultimo ambito è interessante notare come sia l’elemento di fantasia in una squadra di movimenti predefiniti.
Crepaldi offre un’ottima analisi dello Zavarov uomo, evidenziandone il carattere timido e la tendenza a chiudersi in se stesso, ma al tempo stesso confermando i suoi principi morali ed il suo amore per la patria (ben riportato il suo rifiuto a combattere nel 2015 a seguito delle forti tensioni in Ucraina).
il libro è anche l’occasione per smentire tante voci e tante false notizie circolate negli ultimi anni, smentire dal Zavarov stesso e ben confutate dall’autore. Se è vero che Zavarov abbia avuto difficoltà di vario tipo è altrettanto vero come il difficile periodo storico nella sua nazione abbia rappresentato un ulteriore ostacolo al suo completo adattamento nei confronti del nostro paese.
Completano il bel libro le interviste al protagonista del libro ed all’ex compagno Sergej Aleinikov.
Come sempre l’autore riesce a configure il calcio alla politica ed alle dinamiche sociali, regalandoci un libro che da un lato rende giustizia ad un talento assoluto della sua epoca e, dall’altro, ci offre la possibilità di conoscere davvero in tutti i sensi Sacha Zavarov.
Rispondi