TITOLO: Il calcio in guerra. Gioco di squadra e football nella Grande Guerra
AUTORE: Giorgio Seccia
EDITORE: Gaspari Editore
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2011
PREZZO: 19,00 Euro
PAGINE: 318
Giorgio Seccia è brigadiere generale dell’esercito nella riserva nonché esperto storiografo della Grande Guerra. Autore già di versi volumi di stampo storico-militare questa volta si è cimentato brillantemente con un genere di nicchia, anzi sarebbe più corretto dire che con questo lavoro ha inaugurato un nuovo filone letterario, mescolando il saggio storico con la letteratura calcistica. Il libro infatti unisce, in uno stile fluido ed essenziale, il rigoroso approccio didascalico ad una più snella narrazione giornalistica. Scevro di retorica, il libro tratta il calcio, nelle mille sfaccettature possibili, da quelle sportive a quelle socio-culturali, durante il periodo della Grande Guerra. Prevale nella linea narrativa il punto di vista militare, non a discapito però delle vicende narrate, i cui protagonisti sono ritratti nelle tantissime foto presenti in ogni capitolo. Ecco quindi trattati, in modo minuziosamente documentato (come la lunga bibliografia e le note a piè pagina dimostrano), le vicende storico-sportive che hanno visto il football protagonista durante la guerra. Dai battaglioni inglesi, composti in prevalenza da giocatori di uno stesso club, alla tregua di Natale del ’14, dal pallone come strumento ricreativo indispensabile per gli uomini al fronte, agli infiniti atti di eroismo compiuti da quelli che fino a pochi anni prima erano anche affermati giocatori.
Con onestà intellettuale Seccia analizza il fenomeno calcistico in entrambi gli schieramenti, evidenziando però una maggiore attenzione per le vicende inglesi, dove il calcio era uno sport già affermato nel costume sociale, e ovviamente per quelle italiane. Queste emergono prepotentemente nel capitolo finale, dove l’autore ha voluto tributare un omaggio alle vite ed alle storie dei giocatori, più e meno famosi, che hanno combattuto e sono morti per la Patria.
Il libro evidenzia come lo sport, e in special modo il calcio, forgi uno spirito di fratellanza e appartenenza tra compagni che nulla ha di meno rispetto a quello condiviso da commilitoni, ed è forse questo il messaggio che più di altri resta al lettore.
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