Intervista: Racconti Di Calcio

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Il libro di Federico Lo Cicero è un apprezzabile viaggio nella storia del calcio, con ritratti precisi e sentiti di calciatori e personaggi fondamentali a loro modo per la sua evoluzione. Ne abbiamo parlato con l’autore.

Quando e come nasce l’idea di questo libro?

Bè l’idea nasce da un sogno. Mi è sempre piaciuto scrivere sin da ragazzo, ma come ogni cosa rimaneva sempre lì lontana, irraggiungibile. Nel 2015 iniziai a fare i miei primi ritratti di giocatori per diletto su Facebook, e dopo pochi mesi arrivò una richiesta di collaborazione da Una Questione di Centimetri, in cui inizia a postare i giocatori. Con i ragazzi è nata un’amicizia e alla fine, vedendo che il materiale piaceva a chi lo leggeva, decisi di farne un libro. Tant’è che la prefazione l’ho affidata a Mario Bocchetti, proprio di Una Questione di Centimetri.

Dal tuo libro traspare un grande amore per il calcio vero e puro: c’è ancora spazio per questa visione ai nostri giorni?

La ricerca dello spazio per quel tipo di calcio oggi sarebbe alquanto difficile, se pensiamo che di ogni personaggio trattato, affascina la semplicità delle gesta, sia in ambito calcistico che di vita privata, valori che accomunavano generazioni. Oggi purtroppo è diverso, di lato umano ammirevole si ha ben poco. Oggi è un calcio basato sul denaro e poco sentimento. A quei tempi i giocatori erano ONORATI di indossare la maglia per cui giocavano, i soldi passavano in secondo piano.

Cosa pensi dello storytelling calcistico proliferante negli ultimi anni?

Lo Storytelling calcistico che in questi anni ha iniziato a raccogliere consensi, penso sia una cosa meravigliosa. Scrivere di storie di calcio è anche un modo per permetterci di approfondire la nostra conoscenza e passione, raccontarlo è una sorta di trasmissione di STORIA  di quel meraviglioso periodo in cui la poesia di una palla che rotolava attirava lo sguardo del tifoso. Federico Buffa, per noi italiani, direi è il padre putativo di questo filone, senza però dimenticare le bellissime descrizioni poetiche di Gianni Brera, Gianni Mura e Giorgio Tosatti.

A quale personaggio da te narrato sei particolarmente legato?

Difficile scegliere tra i 52 personaggi, per affetto direi George Best, ma per estro direi Maradona, per fantasia direi Cruijff, per simpatia direi Carletto Mazzone. Ma se devo scegliere per l’amore di giocare al calcio direi un argentino di Rosario: EL TRINCHE, la semplicità di giocare il proprio calcio.

Ho molto apprezzato l’inserimento di giocatori quali Juary, Cantarutti e Oronzo Pugliese tra gli altri: credi che ad ogni livello il calcio abbia storie eccezionali? 

L’inserimento di questi personaggi è stato molto semplice, proprio per quello che chiedi nella domanda. Non serve essere un grande giocatore per avere una grande storia, serve essere se stessi. ad esempio Oronzo Pugliese è nata da un idea avuta per gioco, con un collega istruttore di scuola calcio (Valerio), dove alleno io. Prima di una partita, scherzando ai bambini dicemmo che il modulo di gioco sarebbe stato il 5-5-5. Alchè uno alzò la mano e disse “Ma giochiamo in 7!” Io e Valerio ci guardammo e ad unisono dicemmo:” Modulo a farfalla.” Da qua nasce l’idea di inserire Oronzo. E non nascondo che leggere la sua storia ha dato lustro ai valori umani di semplicità per un gioco che deve essere tale. Quindi, le grandi storie le si possono trovare a qualsiasi latitudine del calcio.

Personalmente nutro una grande passione per Pepe Schiaffino: come lo collochi tra i più grandi di sempre?

Fare una classifica dei più grandi di sempre è un azzardo sempre, non metteremo mai d’accordo nessuno. Personalmente Schiaffino, pur avendolo visto giocare solo nei filmati, data la mia età, posso dire che la levatura tecnica era notevole, e lo metterei sopra a Pelè. Qua qualcuno potrebbe dire che “bestemmio”. Ma secondo me i più grandi che han giocato al calcio si sono venuti a misurare in europa, Maradona, Zico, Ghiggia,Schiaffino. O’Rei è rimasto in Brasile (se togliamo il periodo dei Cosmos), e questo secondo me è stato un peccato. Poi Schiaffino ha dato lustro ad un tipo di calciatore diverso, Pepe oltre a far cantare la palla aveva anche una sua visone del futuro, per questo era attento ai risparmi, io lo definisco Zio Paperone, ma alla fine sarebbe di lezione per i calciatori di oggi. Magari bevendo quel caffè a Genova.

Domanda “scomoda”: hai inserito Ricky Albertosi e non Dino Zoff, come mai?

NO, non è una domanda scomoda. Ricky Albertosi, perchè è stato uno dei nostri eroi in quella partita del secolo allo stadio Atzeca e poi perchè un personaggio su cui gravava la condanna per il calcio scommesse. Mi ha fatto piacere raccontare di lui. Al “Dino Nazionale” siamo tutti grati, ed affezionati.le sue parate e carisma erano più roboanti delle parole che raramente uscivano dalla sua bocca. Ma la scelta è stata per il personaggio che sarebbe stato più difficile da raccontare. Dino avrà sicuramente spazio, e da protagonista, nel prossimo libro, di cui per adesso non dico niente.

Potendo aggiungere altri personaggi chi aggiungeresti?

Bè qualcuno, come hai notato è rimasto fuori, tipo proprio Pelè,Baggio, Schillaci, VanBasten, Matthaeus, Batistuta, a cui aggiungerei Malgioglio, Vitulano, Protti, Lucarelli, Signori, ed altri ancora. E per dare un compagno a Luis Silvio Danuello direi un’altro brasiliano, “il Kaiser”. Ma purtroppo in questo non potevano starci tutti…

Ci sarà un “Racconti di Calcio 2”?

Sicuramente ci sarà, per come detto prima. Ma prima di Racconti di Calcio 2 sarà la volta di un’altro progetto, di cui posso solo anticipare che vedrà un libro scritto a 6 mani.  Una scommessa fatta con i miei amici Chiara e Valerio. Un saluto agli amici di Bibliocalcio ed ai suoi lettori

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