Sandro Bocchio e Giovanni Tosco ci regalano un completo ritratto del fenomeno portoghese, in un libro davvero molto interessante. Ne abbiamo parlato con gli autori.
Nel complimentarmi per il libro vi chiedo di spiegarci come avete pensato di dedicare un libro ad un fenomeno (in tutti i sensi) inflazionato come Cristiano Ronaldo.
Dopo aver pubblicato la biografia di Valentino Rossi, ottavo libro scritto insieme, stavamo valutando aquale campione dedicare la nostra attenzione quando il nostro editore Aliberti ci ha proposto di scrivere un libro su CR7 seguendo lo stesso format pensato per Valentino. Non c’è un ordine cronologico, ma ogni capitolo parte da una delle date più importanti nelle rispettive carriere. In più, a caratterizzare l’opera, una playlist di brani a formare una ideale colonna sonora.
Quanto secondo voi le difficoltà famigliari e l’adolescenza vissuta da solo a Lisbona ne hanno formato il carattere solido e deciso odierno?
Moltissimo, come d’altra parte ha ribadito più volte lo stesso Cristiano.
Come definireste il suo rapporto con Jorge Mendes? Quanto il manager portoghese ha influito nella mitizzazione del suo nome?
Mendes rappresenta per Ronaldo molto più di un agente. Soprattutto all’inizio della carriera,ha rivestito per lui il ruolo di un secondo padre, sempre pronto a dare consigli e a intervenire quando necessario, oltre ovviamente a gestirne gli aspetti più squisitamente legati alla sua attività di calciatore. Sì, ha influito decisamente parecchio.
Quanto è stato importante Alex Ferguson nel dargli concretezza e nel convincerlo ad eliminare inutili ghirigori e personalismi ?
Moltissimo. Ferguson ha saputo essere rigoroso einflessibile soprattutto nel primo periodo vissuto da Ronaldoa Manchester, quando certi atteggiamenti del carattere, dovuti all’età molto giovane, necessitavano di opportune correzioni, in campo e fuori.
In Lionel Messi Ronaldo vede un nemico, un punto di riferimento o un avversario da battere sotto tutti i punti di vista?
Non un nemico e non un punto di riferimento, ma unavversario da battere sì. Tra i due c’è grande rivalità però c’è anche un forte rispetto.
Come collocate il successo nell’Europeo del 2016 nel copioso palmares del portoghese, in base anche all’importanza che lo stesso le attribuisce?
È un successo importantissimo anche nel palmares di un calciatore che ha conquistato tutto perché portare così in alto una nazionale come il Portogallo – che, pur avendo avuto molti ottimi elementi e espresso spesso un buon gioco, non aveva mai vinto nulla in precedenza, se non a livello giovanile – è una sorta di impresa.
Possiamo affermare che il mantra juventino ebonipertiano “vincere non è importante, è l’unica cosa che conti” sembra calzare a pennello per il fenomeno portoghese?
Sicuramente. Fin da ragazzo CR7 ha lottato duramente per unico obiettivo: vincere. Era così allora, è così adesso.
Considerate le questioni legate all’accuso di stupro e ai guai con il fisco, tenuto conto anche delle sue attività filantropiche, credi che Ronaldo sia un personaggio positivo per i giovani?
Sono argomenti molto delicati, soprattutto il primo, a proposito del quale va però detto che gli inquirenti hanno ritenuto giusto non procedere in mancanza di prove e a questa decisione è doveroso attenersi nelle opinioni. L’attività filantropica di Ronaldo è molto intensa, anche se questo ovviamente non giustifica l’evasione fiscale. In ogni caso, crediamo che questo secondo tema non infici l’immagine di Cristiano agli occhi del pubblico, in particolare dei più giovani.
Credete che Ronaldo sia schiavo del suo personaggio e del mito creatosi intorno a lui?
No, Ronaldo ci sembra padrone della situazione che lo riguarda. Sa di essere un campione anche di marketing, ma è ciò che desidera. Ha sempre ragionato in ottica futura.
Come vedete il portoghese al termine della carriera agonistica?
Rimarrà un personaggio mediatico anche se non farà parte del mondo del calcio. Potrebbe provare a fare l’attore, come ha più volte dichiarato, o restare comunque protagonista nel mondo dello spettacolo. Di sicuro sentiremo ancora parlare di lui per molto tempo.
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