TITOLO : MI CHIAMAVANO TATANKA
AUTORE: Tiziano Marino e Dario Hubner
EDITORE: Baldini+Castoldi
ANNO PUBBLICAZIONE: 2020
PREZZO : 17 euro
PAGINE : 208
Dario Hübner è ancora oggi un calciatore ricordato e amato in Italia ed il libro scritto con Tiziano Marino ne spiega in pieno i motivi.
Semplicità sembra essere il leitmotiv della sua vita, con il calcio quale componente di svago che solo dopo è diventata una professione.
Dagli esordi a Muggia fino agli ultimi calci tirati a più di 40 anni, Hübner si racconta con sincerità in un libro che scorre veloce e che non lesina aneddoti divertenti.
Bello leggere dei suoi rapporti con gli allenatori, in particolare con Guidolin, Ciaschini e Mazzone, importanti per lui e decisamente accattivanti per il lettore.
Molto interessante leggere pagina dopo pagina della sua evoluzione tecnica e personale, anche se alla fine sembra che Dario Hubner sia sempre rimasto lo stesso, dai dilettanti al titolo di capocannoniere in serie A con il Piacenza.
Tanti i nomi che vengono menzionati tra i ricordi della sua carriera, tra giocatori, compagni e dirigenti che in qualche modo sono hanno avuto un ruolo nella stessa.
Emerge tanta nostalgia per il calcio che fu, così come una forte critica alla mentalità odierna dei calciatori, troppo lontana dai valori da sempre perseguiti dal grande Tatanka.
Valori che sono agli antipodi rispetto a certe dicerie talvolta promulgate dal mondo social, aspramente smentite dal calciatore.
Personalmente da pavese ho apprezzato la citazione di Luigi Intropido, ex Oltrepo ex compagno di Hübner al Treviso ed il ricordo del doppio spareggio tra Mantova e Pavia per la B.
Prefazione curata da Operazione Nostalgia.
Se avete amato Dario Hübner (tassativamente da scrivere con la dieresi) il libro da decisamente per voi, perché Tatanka è stato un giocatore ed un personaggio unico.
Giovanni Fasani
Rispondi