TITOLO: LA MANO DI DIO
AUTORE: Diego Armando Maradona
EDITORE: Mondadori
ANNO PUBBLICAZIONE: 2016
PREZZO : 18,5 euro
PAGINE : 214
Ai fan più accaniti del D10s si inumidiranno gli occhi, gli spettatori neutrali o i semplici simpatizzanti storceranno la bocca. Sono passati più di trent’anni dal trionfo di Maradona al Mondiale messicano e Diego in questa autobiografia scritta con il giornalista Arcucci ripercorrere quella straordinaria avventura (la sua vittoria più grande fa giustamente notare nel sottotitolo del libro) con lo spirito vendicativo di Edmond Dantes. Il problema di La mano di Dio è proprio questo, perché fin dalle prime pagine Diego la sfrutta per le sue invettive contro i tanti nemici che ha nel mondo del calcio, da Passarella a Grondona fino a Bilardo. Il libro si trasforma quindi presto in un urlato duello rusticano a distanza e il gusto della scrittura e della narrazione viene immediatamente a mancare. Il lettore avrà quindi la sensazione di essere seduto al bar con il protagonista della storia che tra un cicchetto e l’altro inveisce tra punti esclamativi e di sospensione contro i mascalzoni che hanno provato a tarpargli le ali in tutti i modi e che hanno miseramente fallito al cospetto del più grande. Spesso le autobiografie dei campioni sono scialbe e piatte, questa di Maradona prova ad alzare il tiro, ma si riduce a una lunga diatriba, dove non manca l’autocelebrazione spinta. Tutto perfettamente in linea con il personaggio. I punti migliori che possono giustificare l’acquisto sono all’inizio, con l’introduzione del maestro Victor Hugo Morales, e alla fine, dove il Diez spiega perché secondo lui l’Argentina non riesce più a vincere. Troppo poco, se uno non venera alla follia il Pibe de Oro.
Simone Iemmolo
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